Stipendi, busta paga più pesante sino a 184 euro/mese: ecco quanto vale il taglio del cuneo contibutivo

Stipendi, busta paga più pesante sino a 184 euro/mese: ecco quanto vale il taglio del cuneo contibutivo
Stipendi, busta paga più pesante sino a 184 euro/mese: ecco quanto vale il taglio del cuneo contibutivo
di Giusy Franzese
Giovedì 28 Luglio 2022, 18:02 - Ultimo agg. 30 Luglio, 15:08
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Una busta paga più “pesante”: è questo l’effetto del nuovo taglio del cuneo contributivo che il governo ha intenzione di varare con il decreto Aiuti bis in arrivo a giorni. Più pesante di quanto? In questo momento si possono fare solo delle ipotesi, dato che - come ha ricordato anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando - « non abbiamo ancora numeri definitivi».

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Cosa è il cuneo fiscale

Per cuneo fiscale si intende la differenza tra stipendio lordo pagato dalle aziende e importo netto percepito in busta paga dai lavoratori. Questa differenza consiste in imposte dirette, indirette e contributi previdenziali. Il taglio del cuneo di cui si parla con il decreto Aiuti bis è riferito alla parte dei contributi previdenziali.

Il taglio dei contributi

L’ipotesi più gettonata è quella di un taglio della parte dei contributi a carico del lavoratore tra lo 0,8% e l’1%. Tale taglio va ad aggiungersi a quello già in vigore fino a dicembre prossimo dello 0,8%. Per cui le prossime busta paga, a partire da settembre, potrebbero usufruire di uno sconto e sui contributi previdenziali versati dal lavoratore che nella migliore delle ipotesi arriva all’1,8%.

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I beneficiari

La platea dei beneficiari dovrebbe essere la stessa che già gode del taglio contributivo attuale varato con la legge di Bilancio 2022 dello 0,8%, ovvero i  lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro lordi annui. Per la precisione, la legge di Bilancio prevede l’esonero contributivo dello 0,8 per cento per coloro che hanno una retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per 13 mensilità, fino a 2.692 euro, maggiorata del rateo di tredicesima. Per semplificare si indica appunto la soglia dei 35.000 euro.

Stipendi, l'impatto in busta paga

I contributi previdenziali sono versati in parte dal datore di lavoro e in parte dal lavoratore stesso (trattenuti direttamente dalla busta paga). Complessivamente ammontano al 33% della retribuzione. La quota a carico del lavoratore è pari al 9,19% nel settore privato, 8,80% nel pubblico. Uno sgravio contributivo di un punto (ipotesi più probabile del nuovo decreto) abbasserebbe quindi questa quota.

Facciamo  esempi semplici: su uno stipendio mensile lordo di duemila euro, un dipendente del settore privato paga di tasca sua (e se li ritrova già detratti in busta paga) circa 184 euro: ogni punto in meno sono quindi poco più di 18 euro in più al mese in busta paga. Se il taglio complessivo si attesterà a 1,8% (0,8% +1%) gli stipendi da settembre a dicembre prossimo di chi guadagna un lordo di duemila euro al mese, saranno più alti di 36 euro al mese (rispetto alla quota contributiva piena).

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Essendo una percentuale, ovviamente, chi ha uno stipendio più basso avrà un beneficio minore. E così uno stipendio di 1500 euro al mese lordi (al netto della tredicesima) con un taglio dei contributi dell’1,8% si ritroverà un netto in busta paga più alto di 27 euro al mese.

Chi ha uno stipendio di 2.600 euro lordi al mese, avrà un beneficio nelle prossime buste paga pari a circa 46 euro al mese.

Il nuovo taglio del cuneo riguarderà anche le tredicesime e dovrebbe durare quattro mesi (da settembre a dicembre compreso). Negli esempi precedenti quindi, il “bonus” cumulato porterà a vantaggi pari a 108 euro per le retribuzioni lorde pari a 1.500 euro al mese, 144 euro per quelle di duemila euro, 184 euro per gli stipendi lordi pari a 2.500 euro al mese. Bisognerà poi aggiungere il calcolo della tredicesima.

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