Stipendi PA: arriva il bonus "una tantum" che non compensa il caro vita

Stipendi PA: arriva il bonus "una tantum" che non compensa il caro vita
Mercoledì 30 Novembre 2022, 10:00
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(Teleborsa) - Nel 2023 arriverà ai dipendenti pubblici un bonus "una tantum" pari all'1,5% dello stipendio, per compensare il mancato pagamento della vecchia indennità di vacanza contrattuale, cioè del contributo introdotto per legge, nel 1993, nei periodo fra a scadenza con un contratto collettivo (CCNL) ed il suo rinnovo.

Una sostituzione dettata da questioni di mancanza di risorse da inserire in Manovra e dall'esigenza, sentita dal governo, di mantenere in ordine i conti pubblici, senza fare altro deficit, introducendo anche qualche novità per soddisfare le promesse elettorali.

La Manovra ha stanziato circa 1 miliardo di euro (che diventano 1,15 miliardi al lordo dei contributi Irap) per il pagamento del bonus ai dipendenti pubblici, cioè a chi lavora nelle amministrazioni centrali (Ministeri, agenzie fiscali, enti non economici come INPS ed Inail e scuola) che rappresenta il 55% dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici complessivi. Il resto è rappresentato da altri comparti del pubblico impiego (sanità, università, regioni, province e comuni) che porterebbero la spesa effettiva a 1,8 miliardi di euro, con un ammanco da coprire con il bilancio degli Enti locali.

Il bonus pur essendo un "una tantum" non verrà pagato in unica soluzione, ma verrà spalmato su 13 mensilità. Si tratterà di un "emolumento accessorio" in busta paga, pagato per compensare il mancato pagamento dell'indennità di vacanza contrattuale, cheè pari al 30% del tasso di inflazione fino al 6° mese dopo a scadenza del precedente CCNL ed al 50% del tasso di inflazione dal 6° mese in poi.

Dal momento che l'inflazione ha superato l'11% ad ottobre e si avvia a chiudere l'anno ai massimi dagli anni '80, si tratta di cifre proibitive per lo Stato, la cui spesa dovrebbe aggirarsi sui 10 miliardi per la PA centrale e circa 16 miliardi per tutto il pubblico impiego.

Il bonus una tantum, fra l'altro, avvantaggerà i redditi più alti, in quanto essendo una percentuale fissa dello stipendio risulterà tanto più alto quanto maggiore è la retribuzione: sarà pari a circa 20,8 euro lordi al mese per la fascia retributiva più bassa e 54 euro lordi al mese per i dirigenti di seconda fascia, per arrivare a 74 euro al mese per la prima fascia dirigenziale.
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