Sud, in arrivo più fondi per asili nido e disabili

Consegnati ai Comuni 225 milioni extra: obbligo di dare i servizi o tagli automatici

La campagna del Mattino iniziata nel 2014
La campagna del Mattino iniziata nel 2014
di Marco Esposito
Martedì 14 Marzo 2023, 07:57 - Ultimo agg. 12:14
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A Roma, Milano, Genova, Verona e poi ad Alessandria, Asti, Treviso e in centinaia di centri minori del Centro e del Nord difficilmente lo potranno immaginare. Ma se quest'anno saranno aperti nuovi asili nido e verrà rafforzato il servizio di trasporto studenti disabili lo devono a una denuncia - prima giornalistica, poi giudiziaria, infine politica - iniziata nove anni fa al Sud e che porterà benefici crescenti fino al 2027 in tutta Italia.

Quest'anno, in base a un riparto cui manca solo il timbro ufficiale, saranno consegnati 225 milioni extra ai Comuni che hanno bisogno di rafforzare di quasi 23mila posti il servizio di asili nido e di 10mila il trasporto studenti disabili. Sono soldi con regole particolari: arrivano in automatico, cioè senza fare richiesta né presentare alcun progetto, ma tornano indietro in modo altrettanto automatico se i servizi non saranno attivati, con una figuraccia pubblica del sindaco in Consiglio comunale perché il rendiconto sui servizi andrà allegato al bilancio comunale.

A Napoli, primo comune beneficiario, sono in arrivo per il 2023 5,8 milioni di euro per la gestione di 756 nuovi posti di asilo nido e 1,4 milioni per attivare il servizio di trasporto di 410 studenti con disabilità.

Seguono, nella graduatoria comunale per i nidi, Palermo con 678 posti aggiuntivi, Catania con 355, Messina con 217, Bari con 161, Giugliano con 156 e Torre del Greco con 101. Al Nord il municipio che avrà la maggiore possibilità di integrare il servizio di nidi è Alessandria, in Piemonte, con 45 posti per bimbi di età 3-36 mesi. Numeri che cresceranno nei prossimi quattro anni fino a garantire 142mila nuovi posti nei nidi e il trasporto scolastico per 26mila utenti disabili. Fondi per la gestione che hanno durata illimitata perché servono a coprire dei Lep, livelli essenziali delle prestazioni, ovvero servizi per i quali c'è l'obbligo a garantirne l'erogazione in tutto il territorio nazionale. Il Comune che non dovesse offrire il servizio quindi si vedrà in modo pubblico togliere i soldi e potrà essere commissariato dal governo ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione, cioè per essere venuto meno al dovere di garantire il livello essenziale delle prestazioni.

Una prima verifica si vedrà tra qualche mese, a fine maggio, con l'approvazione dei Consigli comunali del rendiconto 2022, primo anno nel quale si è applicato il meccanismo dei Lep per nidi e disabili, sia pure per un importo minore (120 milioni per i gli asili e 30 per il trasporto scolastico). Non ci sono ancora cifre ma ci si aspetta una falsa partenza in diversi municipi di media-piccola dimensione, soprattutto nel Mezzogiorno; tuttavia, è il caso di sottolineare, aver bucato l'obiettivo nel 2022 non pregiudica il 2023 purché ci si metta subito in linea. Per informare i sindaci e i loro tecnici tra pochi giorni, mercoledì 22 marzo, ci sarà un webinar che si annuncia affollato organizzato dalla Sose, la società del ministero dell'Economia e della Banca d'Italia che gestisce il meccanismo della fiscalità comunale. Con l'occasione, saranno comunicati i riparti ancora non ufficiali del Fondo di solidarietà comunale del 2023, approvati a febbraio da una Commissione tecnica fabbisogni standard ancora in attesa della nomina da parte del governo del presidente.

Al meccanismo attuale si è arrivati dopo una falsa partenza e molti tentativi di correzione. Nel 2014 i fabbisogni per asili nido e servizi scolastici, infatti, furono calcolati senza tener conto degli utenti (quanti bambini, quanti disabili) ma solo dei servizi offerti, con il paradosso che i Comuni storicamente privi di asili nido si videro assegnare fabbisogno futuro zero. E quindi risorse zero. Dopo il ricorso, nel 2019, di una settantina di Comuni del Sud, la regola fu ritoccata per togliere l'inguardabile zero. Soltanto a fine 2021, però, per gli asili nido e per il trasporto dei disabili è stato approvato il Lep, grazie all'impegno diretto della ministra per il Sud e la Coesione del governo Draghi, Mara Carfagna. Lep non solo definiti ma finanziati, sia pure gradualmente in cinque anni, con un importo che arriverà a 1,2 miliardi di euro, per i due servizi, dal 2027 in poi.

Al contrario del Pnrr, che finanzia i mattoni, l'edilizia scolastica, ed è quindi una tantum, qui il fondo va alla gestione ed è perciò permanente. Inoltre mentre i bandi del Pnrr sono a richiesta, cioè si può partecipare oppure astenersi, e quindi ci sono Comuni che hanno mancato l'appuntamento senza pagare pegno, in questo caso i soldi vengono aggiunti automaticamente al fondo di solidarietà comunale in base all'effettivo bisogno misurato in ciascuna municipalità, confrontando il servizio storico assicurato e il fabbisogno reale.

Il puntiglioso monitoraggio della Sose ha evidenziato, come prevedibile, che i disservizi maggiori sono nel Mezzogiorno e in particolare nell'area di Napoli; ma ha anche scovato centinaia di piccoli centri del Nord con servizio di asili nido assente o insufficiente, oltre a tre capoluoghi di provincia. E per i disabili, da quest'anno saranno incrementati servizi anche nella "mitica" Emilia Romagna, con 22 studenti portatori di handicap a Ravenna e 40 a Modena. E ancora: 175 disabili a Roma, 58 a Genova, 74 a Verona e 176 a Milano. Disabili che avranno finalmente il pulmino grazie alla caparbietà di un sindaco dell'Aspromonte, Michele Conia, primo in Italia a fine 2018 ad avviare i ricorsi e che ora a Cinquefrondi riceverà i fondi per i "suoi" tre studenti disabili.
 

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