Superbonus, Brancaccio (Ance): «I lavori di condomini e famiglie sono da sbloccare subito, le partecipate scontino i crediti»

La presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili: il tempo è finito, il governo agisca

Barncaccio (Ance): «I lavori di condomini e famiglie sono da sbloccare subito, le partecipate scontino i crediti»
Barncaccio (Ance): «I lavori di condomini e famiglie sono da sbloccare subito, le partecipate scontino i crediti»
di Andrea Bassi
Lunedì 20 Febbraio 2023, 00:16 - Ultimo agg. 14:51
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Presidente dell’Ance Federica Brancaccio, eravate stati avvisati dal governo dell’intenzione di mettere fine allo sconto in fattura sui bonus edilizi?
«Francamente no, nessuno ci ha avvisato. Eppure era da tempo che avevamo contatti quotidiani con il ministero dell’Economia per trovare una soluzione ai crediti delle imprese incagliati».

Oggi vedrete il governo. A questo punto quali soluzioni sono possibili?
«Quello che diremo oggi al governo è che bisogna trovare una soluzione per i crediti incagliati che sia rapida ed efficace. Non possiamo accettare rinvii ad ulteriori provvedimenti. La questione va risolta subito. Al tavolo porteremo non solo il tema del presente, ma anche quello del futuro.

Queste modifiche estemporanee, una ogni quarantacinque giorni ai bonus edilizi, non servono a nulla. Serve una proposta strutturale, di lungo periodo e che il governo reputi sostenibile per i conti pubblici». 

Quale soluzione giudicate rapida ed efficace?
«Dal nostro punto di vista sicuramente quella di utilizzare gli F24 che transitano per le banche. Una proposta che da tempo abbiamo fatto insieme all’Abi, l’associazione bancaria. Si tratta di una soluzione di immediata applicazione. Poi anche invitare all’acquisto dei crediti fiscali le grandi partecipate pubbliche, visto che le Regioni che pure volevano comprare quei crediti, sono state tagliate fuori dal decreto del governo». 

C’erano timori sul loro debito.
«Guardi, la decisione di diverse Regioni di comprare crediti, è nata dalla consapevolezza della bomba sociale ed economica che stava esplodendo. I governatori avevano intrapreso questa strada avendo il polso del territorio. E le Regioni si stavano muovendo perché non c’era una soluzione del governo. Ora però è necessario che quest’ultimo faccia qualcosa». 

L’ipotesi di cartolarizzare, di impacchettare e vendere i crediti incagliati, è una strada percorribile?
«Era un’ipotesi che anche noi avevamo valutato. Il problema è: si riesce a fare subito? Perché non abbiamo più tempo. Se invece tutto questo prevede la costituzione di una società veicolo, la necessità di chiedere pareri e autorizzazioni, nel frattempo le imprese sono già belle e morte, i condomini scoppiati e i lavori bloccati. I termini per concludere i lavori con il 110% si stanno esaurendo. Se i cantieri non ripartono subito non sarà possibile concludere i lavori entro il 31 dicembre di quest’anno».

 

Non è pensabile chiedere al governo una proroga per la chiusura dei lavori?
«Non è sul tavolo in questo momento. Il tema è, non mi stanco di ripeterlo, sblocchiamo i crediti e vediamo come risponde il sistema delle imprese, dei condomini e delle famiglie. Poi se c’è bisogno di una proroga ci si penserà. C’è invece un’altra questione che va assolutamente risolta quanto prima».

Quale questione?
«Quella del sisma-bonus da acquisti». 

Il sisma-bonus da acquisti?
«Una misura per l’efficientamento sismico. Il decreto dice che può accedere gli sconti chi ha fatto il preliminare registrato. Crediamo si tratti di un errore, un refuso nel provvedimento insomma». 

Per quale ragione?
«Perché il preliminare registrato è l’ultimo atto di una famiglia che, prima vede l’immobile, poi va in banca, chiede il mutuo, eccetera. Si creerebbe una disparità tremenda con chi ha già il mutuo deliberato ma non il preliminare registrato. Questo problema va risolto». 

La norma che attenua la responsabilità di chi acquista in buona fede i crediti permetterà di riaprire il canale bancario per gli sconti?
«Di certo aiuta, ma non è risolutiva. Può servire se messa in campo accanto ad altre misure come l’uso degli F24 e l’uso degli spazi fiscali delle società partecipate».

Ammetta però che i bonus sono una mina sui conti dello Stato...
«Sì e no. Eurostat ha detto i crediti nei cassetti fiscali possono essere imputati a deficit, dando una via d’uscita per quanto riguarda il debito. Per il futuro c’è sicuramente la necessità di avere una copertura finanziaria. Il problema è che il Bilancio dello Stato vede solo la spesa e non il ritorno. Noi potremmo dire che se mi dai 100 come bonus, torna subito 45 e nel tempo 120. Però questi numeri non sono trasformabili in copertura nel bilancio dello Stato. Noi vorremmo chiedere al governo di capire qual è la spesa sostenibile anno per anno e su quella fare una proposta di lungo periodo». 

La riforma di lungo periodo dovrebbe comunque avere lo sconto in fattura?
«Senza cedibilità del credito i lavori non partono. Prima della possibilità dello sconto in fattura si facevano 2.900 interventi l’anno, oggi 180 mila». 

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