Superbonus, sconto in fattura caldaie e infissi: ecco come si salverà. La modifica al decreto

Sul tavolo della commissione Finanze della Camera sono oltre 300 gli emendamenti arrivati dai partiti: 22 sono già stati dichiarati inammissibili e domani si deciderà sugli eventuali ricorsi

Superbonus, sconto in fattura caldaie e infissi: ecco come si salverà. La modifica al decreto
Superbonus, sconto in fattura caldaie e infissi: ecco come si salverà. La modifica al decreto
di Roberta Amoruso
Mercoledì 8 Marzo 2023, 20:12 - Ultimo agg. 11 Marzo, 16:25
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Tra le modifiche al decreto Superbonus ci sarebbe anche la norma-emendamento firmato dalla Lega chiede di non applicare lo stop a cessione e credito per gli interventi di edilizia libera per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo. Quindi anche per caldaie e infissi. Mentre per sciogliere il grande nodo dei crediti incagliati, la soluzione che si profila, proposta con un pressing bipartisan, è quella delle compensazioni con l’F24, come richiesto da Abi e Ance. Sul tavolo della commissione Finanze della Camera sono oltre 300 gli emendamenti arrivati dai partiti: 22 sono già stati dichiarati inammissibili e domani si deciderà sugli eventuali ricorsi. Le votazioni in commissione dovrebbero iniziare tra una decina di giorni, mentre il 27 marzo è calendarizzato l’avvio della discussione in Aula (poi il decreto, che scade il 17 aprile, dovrà passare in Senato).

 

Superbonus, il nodo caldaie

La decisione dell’esecutivo di fermare il meccanismo della cessione dei crediti (di cui lo sconto in fattura è un caso particolare) ha messo in difficoltà imprese e condomini impegnati sul superbonus 110%, ma ha penalizzato in modo specifico chi aveva già programmato lavori in edilizia libera che possono fruire dello sconto del 50 per cento.

In questo caso c’è una criticità in più: la difficoltà di definire il concetto di inizio lavori, visto che si tratta di installare appunto la caldaia o i serramenti, operazione che nella maggior parte dei casi può iniziare e concludersi lo stesso giorno. Gli interessati però avevano programmato l’intervento contando sulla convenienza della formula dello sconto immediato del 50 per cento. Con le nuove regole invece dovrebbero versare anche questa quota, per poi attendere di sfruttare negli anni successivi la detrazione Irpef in dichiarazione dei redditi. In futuro il nuovo regime farà chiaramente perdere a questi interventi una parte della loro appetibilità; ma nell’immediato lo stop improvviso si tradurrebbe in una beffa per chi si era già mosso, versando nella maggior parte dei casi anche un acconto.

 

 

Il salva-sconti 

C’è poi l’accordo sulla norma “salva-sconti” del 2022. Il 31 marzo scade il termine per comunicare l’opzione di cessione del credito all’Agenzia delle entrate, ma molte fatture non sono ancora state “accettate” dalle banche e, dunque, non possono essere trasmesse al Fisco. Per evitare che i crediti del 2022 vadano “persi” (in realtà si potrà sempre portarli in detrazione dal reddito), con un emendamento si darà la possibilità di caricarli sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate anche se la procedura di accettazione della banca non si è conclusa. Un comunicato stampa del ministero (il cosiddetto “comunicato legge”) anticiperà gli effetti della norma consentendo all’Agenzia di accettare le comunicazioni.

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