Superbonus e pensioni, è già assalto alla manovra. Su Quota 102 il centrodestra annuncia battaglia

M5S difende gli sgravi sui lavori edilizi e il pd Franceschini quelli per le facciate

Superbonus e pensioni, è già assalto alla manovra
Superbonus e pensioni, è già assalto alla manovra
di Marco Conti
Giovedì 21 Ottobre 2021, 00:05
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Nel Paese dove le certezze fiscali durano al massimo un anno o due e anche semplici pensionati sono costretti a ricorrere almeno ad un paio di commercialisti, le novità che dovrebbero arrivare dalla prossima legge di Bilancio scatenano interrogativi e guerre di posizione. Il testo dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri la prossima settimana, ma nel frattempo è bastata l’approvazione del Documento programmatico di bilancio (Dpb), per scatenare una vera e propria guerra nella maggioranza che ovviamente coinvolge anche il sindacato. 

IL CUNEO

Ovviamente il problema è su cosa togliere e come. Nel mirino sono soprattutto le due misure di inizio di una legislatura partita populista, sovranista e sostanzialmente antiUe, e ora atterrata su altre sponde: Quota100 e Reddito di cittadinanza.

La riforma delle pensioni scade il 31 dicembre, ma il meccanismo che dovrebbe riportare a normalità il sistema pensionistico con Quota102 il prossimo anno e 104 nel 2023, non piace alla Lega che ha posto sul Dpb «una riserva politica» e ora Salvini conta di andare a discutere, insieme al resto del centrodestra, di questa ed altre misure. «La prossima manovra - sostiene Salvini dopo l’incontro con Berlusconi e Meloni - sarà il primo banco prova: se il centrodestra compatto riuscirà ad aumentare i miliardi per il taglio delle tasse e ridurre quelli per il reddito di cittadinanza vorrà dire che abbiamo fatto bene».

Per la Lega la riforma pensionistica che gradualmente annulla il sistema delle quote non va bene, mentre per FI sono poche le risorse destinate al taglio del cuneo fiscale (8 miliardi) e troppe per il reddito di cittadinanza (8,8 miliardi). Ma il doppio scalone proposto non piace neppure ai sindacati. Per la Cisl si tratta di «ipotesi inaccettabili» sia Quota102 e 104, come la soppressione dell’opzione donna e la mancata rivalutazione delle pensioni più basse. Per il segretario confederale della Uil Domenico Proietti «Quota 102 è una beffa. Unita, poi, all’annunciata quota 104 fra due anni diventa un vero e proprio sfottò per milioni di lavoratori italiani». La Cgil di Maurizio Landini non è da meno e tira in ballo la manifestazione di sabato scorso paventando nuove mobilitazioni se su fisco, pensioni e ammortizzatori non ci saranno gli interventi chiesti. Nel giorno in cui gli esperti dell’Ocse fanno notare che «l’Italia spende per pensioni e servizi del debito molto di più degli altri Paesi dell’Ocse e questo penalizza i giovani e le prospettive di crescita», il Dpb viene inoltrato a Bruxelles e al Parlamento.

I problemi per il ministro dell’Economia Daniele Franco non finiscono però qui perché nel mirino dei partiti entrano anche la miriade di “bonus” che nella legge di Bilancio si vorrebbero contenere. Soprattutto quelli edilizi (ristrutturazione, ecobonus, sismabonus, facciate, arredi) divenuti sempre più costosi per lo Stato per l’aumento delle materie prime e dei ponteggi. Nelle intenzioni del governo c’è infatti anche la limitazione ai condomini escludendo quindi villette e case singole.

Il M5S contesta il ridimensionamento e Stefano Patuanelli, ministro M5S alla Politiche Agricole, non esclude la possibilità che il governo possa ripensarci. «È una misura che è stata ideata ed è diventata realtà grazie al Movimento 5 Stelle - rivendica Giuseppe Conte - questa misura significa crescita, aumento del Pil, ed è un’occasione per le famiglie e le aziende». Anche l’Ance, l’associazione costruttori, chiede che rimanga valido anche per le villette unifamiliari e sulla stessa linea sono anche FI e Lega.

Al Pd sta invece a cuore lo sgravio destinato a chi ristruttura facciate. In difesa del 90% scende in campo il ministro della Cultura Dario Franceschini che già nel consiglio dei ministri di martedì aveva espresso il suo dissenso per l’abolizione: «È una misura che sta funzionando. Fa lavorare le imprese e rende più belli borghi e città, dai centri storici alle periferie».
 

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