Supersalone a Milano, l'Italia si riprende il palcoscenico della creatività e anche i mercati mondiali

L'ingresso di uno dei padiglioni del Supersalone a Milano
L'ingresso di uno dei padiglioni del Supersalone a Milano
di Gianni Molinari
Mercoledì 8 Settembre 2021, 18:48 - Ultimo agg. 19:24
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Il tempo.

Se c'è una parola che può aiutare a capire il SuperSalone 2021 è tempo. 

Tempo perso per la pandemia, tempo di riflessione sul futuro del sistema casa a causa della pandemia, tempo trovato per nuove idee nel chiuso dei vari lockdown, tempo da recuperare per riprendersi i mercati.

Il SuperSalone, anzitutto, non è il Salone ma un chiodo piazzato nel mare dell'economia mondiale per riaffermare che - nonostante il Covid - il centro del mondo del sistema casa e del design è Milano. L'idea del SuperSalone di Stefano Boeri con gli spazi per gli espositori tutti uguali, i Talks, le contaminazioni con il cibo, l'attenzione all'ambiente era questa: un prologo delle trasformazioni che il Salone, quello della primavera 2022, proporrà al mondo e che il mondo si aspetta. 

Come ha detto Maria Porro, presidente del Salone del Mobile, «la forza del Salone del Mobile è sempre stata la volontà di fare squadra, di sperimentare e anche di rischiare, senza mai, però, perdere di vista l’obiettivo finale: il bene per le nostre aziende e per i nostri espositori.

Ho sempre vissuto un Salone che, in ogni edizione, è stato capace di mettersi in discussione, di guardare alle trasformazioni della società, di analizzare sfide e cogliere opportunità. Di cambiare punto di vista. È ciò che abbiamo fatto scegliendo la strada di un supersalone». 

L'unica cosa che - anche con il Covid - non cambia è il peso del settore: la produzione complessiva della filiera legno-arredo si è attestato nel 2020 a 39 miliardi di euro, di cui 15 miliardi di euro destinati all’export, oltre 300mila addetti e 71.500 imprese, con un saldo commerciale attivo di 7,6 miliardi di euro. 

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Anche i primi cinque mesi del  2021, hanno visto l’export correre (5,4 mld di euro, +43,2%) rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, ma allo stesso tempo si registra un moderato incremento anche rispetto ai dati del 2019, quando l’export valeva 5,1 miliardi di euro (+5,7% rispetto al 2019), a testimonianza di un trend in crescita, pur con tutte le incertezze legate in primis all’evolversi della pandemia.

Francia (988,5 milioni di euro, +53,7% rispetto a gen-mag 2020; +15,3% rispetto a gen-mag 2019), Stati Uniti (573,5 milioni di euro; +73,7%; +35,2%), Germania (555,5 milioni di euro; +32,8%; +8,6%) Regno Unito e Svizzera costituiscono i primi cinque sbocchi commerciali e al contempo i primi 25 mercati di destinazione evidenziano andamenti positivi, a testimonianza del buono stato di salute del nostro export. 

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