Il tempo.
Se c'è una parola che può aiutare a capire il SuperSalone 2021 è tempo.
Tempo perso per la pandemia, tempo di riflessione sul futuro del sistema casa a causa della pandemia, tempo trovato per nuove idee nel chiuso dei vari lockdown, tempo da recuperare per riprendersi i mercati.
Il SuperSalone, anzitutto, non è il Salone ma un chiodo piazzato nel mare dell'economia mondiale per riaffermare che - nonostante il Covid - il centro del mondo del sistema casa e del design è Milano. L'idea del SuperSalone di Stefano Boeri con gli spazi per gli espositori tutti uguali, i Talks, le contaminazioni con il cibo, l'attenzione all'ambiente era questa: un prologo delle trasformazioni che il Salone, quello della primavera 2022, proporrà al mondo e che il mondo si aspetta.
Come ha detto Maria Porro, presidente del Salone del Mobile, «la forza del Salone del Mobile è sempre stata la volontà di fare squadra, di sperimentare e anche di rischiare, senza mai, però, perdere di vista l’obiettivo finale: il bene per le nostre aziende e per i nostri espositori.
L'unica cosa che - anche con il Covid - non cambia è il peso del settore: la produzione complessiva della filiera legno-arredo si è attestato nel 2020 a 39 miliardi di euro, di cui 15 miliardi di euro destinati all’export, oltre 300mila addetti e 71.500 imprese, con un saldo commerciale attivo di 7,6 miliardi di euro.
Anche i primi cinque mesi del 2021, hanno visto l’export correre (5,4 mld di euro, +43,2%) rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, ma allo stesso tempo si registra un moderato incremento anche rispetto ai dati del 2019, quando l’export valeva 5,1 miliardi di euro (+5,7% rispetto al 2019), a testimonianza di un trend in crescita, pur con tutte le incertezze legate in primis all’evolversi della pandemia.
Francia (988,5 milioni di euro, +53,7% rispetto a gen-mag 2020; +15,3% rispetto a gen-mag 2019), Stati Uniti (573,5 milioni di euro; +73,7%; +35,2%), Germania (555,5 milioni di euro; +32,8%; +8,6%) Regno Unito e Svizzera costituiscono i primi cinque sbocchi commerciali e al contempo i primi 25 mercati di destinazione evidenziano andamenti positivi, a testimonianza del buono stato di salute del nostro export.