Maxi-tagli ai ministeri, Standard & Poor's conferma il rating dell'Italia

Maxi-tagli ai ministeri, Standard & Poor's conferma il rating dell'Italia
Maxi-tagli ai ministeri, Standard & Poor's conferma il rating dell'Italia
di Andrea Bassi
Sabato 26 Ottobre 2019, 08:18 - Ultimo agg. 09:20
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L'agenzia di rating Standard & Poor's ha confermato il rating dell'Italia a BBB con outlook negativo. Il giudizio resta due gradini sopra il livello spazzatura. Ma Standard & Poor's «considera credibili» i target della manovra, prevedendo un deficit/Pil al 2,0% per quest'anno e del 2,2% nel 2020. Intanto arrivano tre miliardi di euro di tagli ai bilanci dei ministeri. O meglio, al bilancio del ministero del Tesoro, che da solo dovrà sostenere in pratica i nove decimi della sforbiciata, 2,9 miliardi di euro in tutto. È l'ultima novità emersa dall'ormai infinito cantiere del decreto fiscale che, per l'ennesima volta, ha visto slittare la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Standard and Poor's conferma rating Italia: BBB. Outlook resta negativo. Target manovra «credibili»

​Manovra, detrazioni solo con le carte dal 2020: servirà traccia delle spese
 





La vera sorpresa in realtà, è anche un altra. I tagli sono effettuati sui fondi dell'anno in corso, del 2019, non su quelli del 2020. Lo scopo è evidente. Dopo aver spostato i versamenti fiscali delle Partite Iva previsti per quest'anno al prossimo anno, il governo si è probabilmente trovato nella condizione di dover rattoppare anche il 2019. La domanda a questo punto è quale sarà il reale effetto di questi tre miliardi di tagli ai bilanci dei ministeri, che arrivano a soli due mesi dalla chiusura dei conti annuali? Fonti tecniche fanno notare che i tagli riguardano fondi su cui il tiraggio è stato minore del previsto. Significa che a 60 giorni dalla fine dell'anno, si ha la ragionevole certezza che una parte dei soldi che si trovano su quei capitoli di spesa non verranno utilizzati. Una spiegazione ovviamente del tutto plausibile, anche se alcuni dei fondi che saranno tagliati sono particolarmente rilevanti. Ci sono, per esempio, 420 milioni di euro del capitolo «Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi d'imposte». Sono i soldi che l'Agenzia delle Entrate versa alle imprese per i rimborsi Iva o ai contribuenti per i rimborsi dell'Irpef. Sbagliare i conti su questo capitolo tagliando più grasso di quello che c'è, potrebbe per esempio ritardare questi rimborsi. Ci sono poi 660 milioni di euro in meno di oneri finanziari per il pagamento del servizio di tesoreria dello Stato. Un risparmio spiegabile dai bassi tassi d'interesse, al pari dei 355 milioni di euro che la tabella indica come minori oneri sul debito pubblico. Ma ci sono anche 550 milioni di tagli degli incentivi per le imprese. Soldi stanziati per aiutare il sistema produttivo che, secondo le stime fatte dal Tesoro, non verranno utilizzati da qui a fine anno.

IL RAPPORTO
Ci sono poi 15 milioni di tagli ai fondi per il terzo settore e il volontariato fatti dal ministero del lavoro, e altrettanti alla giustizia penale e amministrativa decisi dal Guardasigilli. Intanto arriva una spinta al piano per l'Italia cashless, con una mano tesa ai commercianti che avranno uno sconto sulle commissioni per i Pos e un ampliamento naturale dei pagamenti elettronici visto che dal 2020, per ottenere le detrazioni in dichiarazione dei redditi l'anno successivo, si dovrà presentare traccia delle spese con bonifici, carte o bancomat. Da luglio il tetto all'uso del contante scenderà a 2000 euro (per poi arrivare, nel 2022, a 1000) e scatteranno le multe per chi non accetta il Pos. Per venire incontro a commercianti, il governo mette in campo anche un credito d'imposta, sul modello dei benzinai. Si tratta di un credito del 30% delle spese per le commissioni sulle transazioni con carte e bancomat, che potrà essere usato esclusivamente in compensazione, e che sarà concesso a chi ha una attività con ricavi e compensi entro i 400mila euro l'anno.

Una manovra che piace a Standard & Poor's che ieri sera, pur confermando il rating dell'Italia a BBB con outlook negativo, ha affermato di considerare «credibili» i target previsti.
Prevedendo un deficit/Pil al 2,0% quest'anno e del 2,2% nel 2020, S&P ricorda che «un nuovo governo è al potere dagli inizi di settembre, e ha fatto progressi su vari fronti».

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