TicketOne, multa di 10 milioni di euro: il Tar fa dietrofront e annulla la sentenza Agcm

TicketOne, multa di 10 milioni di euro. L'Antitrust: abuso di posizione dominante
TicketOne, multa di 10 milioni di euro. L'Antitrust: abuso di posizione dominante
Martedì 19 Gennaio 2021, 08:43 - Ultimo agg. 25 Marzo, 16:52
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L’antitrust aveva multato per oltre 10 milioni di euro il gruppo Cts Eventim-TicketOne per abuso di posizione dominante. Poi il dietrofront con una nuova sentenza del Tar che ha annullato il provvedimento di Agcm.

Il Tar ha riconosciuto l’infondatezza delle accuse mosse contro la nostra Società e la correttezza del nostro operato. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in un procedimento sostenuto anche da Sol Eventi, Zed Entertainment’s World e Ticketmaster Italia, aveva irrogato una sanzione di oltre 10 milioni di euro al gruppo Cs Eventim-TicketOne per abuso di posizione dominante. Da subito TicketOne aveva respinto fermamente le affermazioni contenute nel provvedimento dell’Agcm e si era quindi appellata al tribunale amministrativo competente, fiduciosa che anche questo provvedimento sarebbe stato revocato dal Tar così come poi è affettivamente avvenuto. Con una decisione che entra nel merito della vicenda, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, con la sentenza del 24 marzo 2022, ha annullato il provvedimento dell’Agcm dichiarandone l’illegittimità, affermando che «meritano condivisione le censure formulate dalle ricorrenti sulla inesistenza dei presupposti per accertare l’esistenza di un abuso di posizione dominante». La sentenza ha accolto le difese di TicketOne con le quali era stato dimostrato che la tesi accusatoria di Agcm non era sostenuta da «un adeguato approfondimento istruttorio» e soprattutto non teneva conto dell’«impossibilità di contestare un’operazione di concentrazione in termini di abuso di posizione dominante ex art 102 Tfue».

Cosa era successo un paio di mesi fa?

L’antitrust ha multato per oltre 10 milioni di euro il gruppo Cts Eventim-TicketOne per abuso di posizione dominante.

Secondo l'Autorità, il gruppo, che opera nel mercato italiano della vendita di biglietti per eventi live di musica leggera attraverso TicketOne, ha attuato «una complessa strategia abusiva di carattere escludente che ha precluso agli operatori di ticketing concorrenti la possibilità di vendere, con qualsiasi modalità e tramite qualsiasi canale, una quota particolarmente elevata di biglietti per eventi live di musica leggera». A gioire di questa decisione c’è Valeria Arzenton di Zed Live, al quale fanno capo palazzetti per spettacoli dal vivo sparsi in tutto il nord est e che ha ‘osato’ cercare la strada per una vendita di biglietti indipendente dalla potente Ticketone.

In pratica l’Antitrust ha detto che la strategia attuata da TicketOne, che ha già annunciato il ricorso al Tar, «certi che la sentenza verrà ribaltata», si articola in una serie di condotte che consistono nella stipula di contratti di esclusiva con i produttori e gli organizzatori di eventi live di musica leggera, nelle acquisizioni dei promoter nazionali Di and Gi Srl, Friends & Partners SpA, Vertigo Srl e Vivo Concerti Srl, nell'imposizione dell'esclusiva sui promoter locali, nella stipula di accordi commerciali con gli operatori di ticketing di dimensione minore o locale e nei comportamenti di ritorsione e boicottaggio nei confronti del gruppo Zed, anche per escludere dal mercato rilevante Ticketmaster, un nuovo operatore di ticketing. L'attuazione della strategia abusiva del gruppo, sottolinea ancora il Garante, ha danneggiato anche i consumatori perché l'impresa dominante ha potuto praticare commissioni di vendita dei biglietti per eventi live di musica leggera superiori a quelli dei concorrenti.

«Prendo atto della decisione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato che nella sostanza conferma quanto abbiamo sostenuto per anni - sostiene Valeria Arzenton - Il provvedimento comunicato conferma la veridicità di tutto quanto da me lamentato, dalle pressioni ai boicottaggi. Inoltre rappresenta un caposaldo per tutto il settore perché va nella direzione di una generale apertura del mercato, superando logiche e consuetudini consolidate che non facevano bene alla libera iniziativa e all'intraprendenza». Per Valeria Arzenton questa sentenza «è anche un messaggio di grande valore per tutte le donne: nel settore dell’entertainment rimaniamo un’esigua minoranza ma l'esito di questa lunga vicenda dimostra che con coraggio e voglia di fare si possono rimuovere gli ostacoli all'iniziativa femminile».  

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