​Tirrenia, sfuma l’accordo con Onorato: in pericolo seimila posti di lavoro

Tirrenia, sfuma l’accordo con Onorato: in pericolo seimila posti di lavoro
di Antonino Pane
Giovedì 6 Maggio 2021, 23:55 - Ultimo agg. 8 Maggio, 10:05
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Sarà verificata da un tavolo ministeriale la possibilità di trovare un accordo tra commissari straordinari di Tirrenia e Cin del Gruppo Onorato. È l’inaspettato epilogo di una vicenda che sembrava vicino ad una soluzione concordata per evitare il fallimento di Tirrenia e che, invece, improvvisamente si è arenata perché Cin ha ritenuto troppo diretto il coinvolgimento nelle ipoteche necessarie per sbloccare la situazione. Gli stessi commissari di Tirrenia, comunque, hanno ribadito che il tavolo con i ministeri dello Sviluppo economico, dell’Economia, delle Infrastrutture e della stessa presidenza del Consiglio, confermi il coinvolgimento in solido di Cin nella parte ipotecaria. 

Insomma si apre un nuovo braccio di ferro dove non si intravedono soluzioni a breve a meno che, come indicato da Cin, la parte pubblica non decida di ricorrere alla Golden Power, prevista quando si opera in un settore strategico come quello dei trasporti. Il governo, in pratica, dovrebbe diventare anche garante oltre che creditore.

La vicenda è seguita passo passo anche dalle banche, capofila dei fondi, che hanno in essere il concordato con il Gruppo Onorato per quanto riguarda Moby. Un eventuale fallimento di Tirrenia potrebbe mettere in moto un vortice di proporzioni ben più ampie.

Anche per questo, i seimila dipendenti coinvolti guardano con crescente apprensione agli sviluppi. E Cin lo mette subito in evidenza: «Il mancato accordo con la Tirrenia in amministrazione straordinaria con la conseguente inevitabile dichiarazione d’insolvenza della Cin determinerebbe: la perdita, o comunque grave pregiudizio, per oltre 6.000 lavoratori marittimi quasi tutti residenti in zone economicamente depresse del Paese (la Campania innanzitutto ndr); il rischio di gravi impatti sul servizio di continuità territoriale con Sardegna e Sicilia, nonché inevitabili conseguenze sugli operatori economici delle isole oltre che sugli autotrasportatori e sul relativo indotto». 

Il fermo della trattativa tra Tirrenia e Cin è anche alla base della decisione del Tribunale di Milano di dare altro tempo per trovare un accordo di ristrutturazione del debito. Il rinvio della decisione è al 24 maggio: si dovrà decidere sull’istanza avanzata dal pm Roberto Fontana di dichiarare il fallimento di Cin. I legali della Compagnia in aula hanno fatto presente che, se non si raggiungerà l’accordo, la stessa società dichiarerà lo stato di insolvenza per l’apertura di procedura di amministrazione straordinaria anche per quanto riguarda la società capofila.

Massima attenzione anche da Assarmatori che ha già avuto modo di sottolineare la “grande preoccupazione”, per le vicende di Moby e di Tirrenia-Cin. «Richiamo l’attenzione delle Istituzioni a guardare a questa vicenda con grande senso di responsabilità, consentendo un cambio di passo decisivo per il riassetto delle due società e il loro rilancio», ha sottolineato il presidente Stefano Messina. 

Vediamo quali sono le cifre in gioco. L’accordo che sembrava raggiunto tra i commissari di Tirrenia e Cin si aggirerebbe intorno ai 180 milioni: questo di debito di Cin nei confronti dell’amministrazione straordinaria della Tirrenia. Stando alle indiscrezioni il debito sarebbe stato ridotto a 160 milioni, di cui 23 da versare a breve e il resto rateizzati. Ma ora tutto si è incagliato soprattutto sul versante delle iscrizioni ipotecarie a garanzia del debito. 

Bisogna anche ricordare che pm Fontana del Tribunale fallimentare di di Milano lo scorso aprile aveva chiesto il fallimento evidenziando un passivo di circa 200 milioni e debiti scaduti per una cifra che va dai 350 ai 400 milioni, di cui appunto 180 nei confronti dell’amministrazione straordinaria della Tirrenia. E va anche ricordato che in un primo momento Cin aveva presentato una richiesta di concordato in bianco nel luglio scorso, senza però, alla scadenza, concludere con una proposta di concordato preventivo o di ristrutturazione del debito. 

E ora? L’attesa è tutta concentrata sul tavolo ministeriale che si terrà a breve. Intanto sindacato Federam-Cisal ha annunciato uno sciopero immediato dei marittimi e del personale di terra Tirrenia qualora saltasse la firma dei commissari della compagnia e del Mise per il salvataggio della compagnia. «Bloccheremo le navi di tutto il gruppo Onorato» annuncia la Cisal. 

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