Turismo organizzato, persi 5,5 miliardi nel 2021: «I ristori del Sostegni Bis non bastano»

Turismo organizzato, persi 5,5 miliardi nel 2021: «I ristori del Sostegni Bis non bastano»
Turismo organizzato, persi 5,5 miliardi nel 2021: «I ristori del Sostegni Bis non bastano»
Venerdì 4 Giugno 2021, 08:51 - Ultimo agg. 5 Giugno, 09:21
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Nei primi 5 mesi del 2021 il comparto del turismo organizzato ha registrato una perdita di fatturato superiore a 5,5 miliardi di euro che si somma ai 12,5 miliardi persi nel 2020. Ad affermarlo sono le associazioni del comparto del turismo organizzato, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet e Fto-federazione Turismo Organizzato Confcommercio che fanno il punto della situazione sui ristori introdotti dal Decreto Sostegni Bis dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Un perdita, questa, sottolineano, che «non solo è dovuta ad un inevitabile calo della domanda durante la pandemia, ma a decreti e provvedimenti governativi che hanno di fatto tenuto chiusi interi settori, tra i quali il turismo».

La specifica misura di rifinanziamento del Fondo - ora dedicato a Tour Operator, Agenzie di Viaggio, Guide, Accompagnatori, Bus turistici e Imprese turistico-ricettive - con un incremento introdotto dal Sostegni Bis di soli 150 milioni di euro per il 2021, sostengono, «si rivela decisamente irrisorio, considerato che la platea dei beneficiari stimata è di circa 80.000 imprese.

Le somme stanziate sono assolutamente inadeguate per ristorare migliaia di imprese, che mediamente hanno perso quasi il 90% del proprio fatturato». Le associazioni del turismo organizzato richiedono pertanto «un rifinanziamento del Fondo di almeno 500 milioni di euro da destinare in via esclusiva alla parziale copertura delle perdite registrate dalle agenzie di viaggio e tour operator nel secondo semestre del 2020 e nei primi sei mesi del 2021».

«È necessario ribadire che programmare l'estero non è una colpa. La catena di valore che genera questa programmazione include molte imprese e molti lavoratori: oltre a Tour Operator e Agenzie di Viaggio (che sono aziende italiane, che occupano personale italiano e pagano le tasse in Italia) sono coinvolti ad esempio gli aeroporti e i vettori aerei, - precisano le associazioni - ovvero imprese che sono state anch'esse letteralmente devastate dal fermo dovuto alla pandemia. Gli operatori che programmano le mete di lungo raggio sono destinati quindi a rimanere fermi ancora per molto tempo e quelli che saranno in grado di iniziare a lavorare sull'estate potranno proporre un'offerta molto limitata: oltre all'Italia, sostanzialmente Nord Europa, Grecia, Spagna e poco altro». 

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«Per far decollare il Turismo Organizzato è necessario riaprire le frontiere anche dei Paesi extra Schengen, almeno attraverso corridoi turistici con destinazioni come Stati Uniti, Maldive, Egitto, Tunisia, Seychelles ed Emirati Arabi che hanno attuato un programma vaccinale molto intenso. Le frontiere aperte possono senz'altro favorire anche il nostro Paese, dato che il 51% delle presenze alberghiere in Italia viene garantito dai turisti stranieri. È indispensabile la bilateralità delle riaperture delle destinazioni sia per il turismo incoming sia per quello outgoing» ribadiscono gli operatori. Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet e Fto-Federazione Turismo Organizzato Confcommercio chiedono quindi al Governo di «adottare interventi su misura e di tenere in seria considerazione le specificità di questo comparto e del settore in generale. La devastante crisi che ha colpito il turismo più di qualsiasi altro settore non può essere risolta con misure inadeguate che rischiano di apparire come inutili palliativi».

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