Un ribasso del Pil italiano di 0,7 punti percentuali nel 2022. È la stima dell'Istat dell'impatto della crisi ucraina. Una stima «estremamente difficile - precita l'Istat - L'evoluzione del conflitto e gli effetti delle sanzioni finanziarie ed economiche decise dai paesi occidentali sono caratterizzati da elevata incertezza. Al momento, è possibile valutare l'impatto dello shock sui prezzi dei beni energetici rispetto a uno scenario base. Utilizzando il modello macroeconomico dell' Istat MeMo-It, il confronto evidenzia un effetto al ribasso sul livello del Pil nel 2022 di 0,7 punti percentuali».
Le prospettive su consumi e risparmio
Quanto alle prospettive per la congiuntura, l'Istat spiega in particolare che l'attività economica italiana verrebbe condizionata negativamente dal più basso livello dei consumi delle famiglie che si accompagnerebbe a una riduzione della propensione al risparmio. Rispetto allo scenario base risulterebbe più bassa sia l'occupazione, sia il saldo della bilancia di beni e servizi misurato in percentuale di Pil. Nella nota mensile di febbraio si ricorda che ai preesistenti fattori di rischio al ribasso che caratterizzavano la congiuntura mondiale si è aggiunta la crisi geopolitica internazionale che ha innescato un'ulteriore accelerazione dei prezzi delle commodity energetiche e alimentari, giunti a livelli eccezionalmente elevati «che dovrebbe colpire in misura maggiore i paesi europei fortemente dipendenti dalle importazioni di gas naturale russo». La crisi, per altro, si è inserita all'interno di un periodo di ripresa economica internazionale caratterizzata da un particolare dinamismo degli scambi mondiali. «Le prospettive degli scambi e degli acquisti di beni energetici saranno influenzate fortemente dall'evoluzione, al momento molto difficile da prevedere, del conflitto in corso», si legge ancora.
Le materie prime dalla Russia
«La Russia - aggiunge l'Istat - nel complesso ha un ruolo modesto come fornitore di prodotti per l'Italia (3% la quota sul totale delle importazioni) ma è determinante per l'approvvigionamento di materie prime, fornendo oltre il 40% degli acquisti di gas dell'Italia dall'estero e oltre il 10% dei prodotti petroliferi raffinati.