Unicredit, Orcel: «Bene un governo stabile, a noi banchieri tocca più responsabilità sociale»

Unicredit, Orcel: «Bene un governo stabile, a noi banchieri tocca più responsabilità sociale»
di Nando Santonastaso
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 09:10 - Ultimo agg. 12:34
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Dottor Orcel, partiamo dalla delicatezza dell'attuale momento economico: la recessione sarà inevitabile o si può immaginare uno scenario diverso per i prossimi mesi?
«Ci aspettiamo una lieve recessione ma sono fiducioso anche perché i governi dei Paesi europei stanno valutando come gestire la crisi nel modo migliore risponde Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit che oggi pomeriggio, nel foyer del Teatro San Carlo di Napoli interverrà ad un'iniziativa del Gruppo bancario per il Terzo Settore -. Al momento in UniCredit non stiamo vedendo un significativo cambiamento nelle dinamiche di qualità del credito e siamo pronti ad assorbire gli eventuali shock economici in arrivo. Siamo altresì ben posizionati per assorbire le sofferenze che mi aspetto tenderanno ad aumentare: abbiamo infatti le migliori linee di difesa del settore grazie alla nostra forte posizione patrimoniale, alla migliorata redditività e generazione organica di capitale e alla qualità degli attivi».

Il dopo-elezioni è stato accolto con realismo dai mercati finanziari. Quanto è importante la stabilità politica per un Paese come l'Italia che ha un debito pubblico così alto?
«Un elemento positivo, che in parte è stato riconosciuto dai mercati, è che c'è stata una maggioranza chiara uscita dalle urne. La stabilità è fondamentale, insieme alla capacità di fare le riforme di cui il Paese ha bisogno per affrontare le attuali sfide macroeconomiche e quelle strutturali.

Sono convinto che l'Italia continuerà a svolgere un ruolo chiave nella definizione delle politiche europee».

Gli indicatori economici segnalano un preoccupante incremento della povertà in Italia e al Sud in particolare. C'entra qualcosa il vostro evento dedicato al Terzo Settore?
«Il contesto post-pandemico e l'inizio della guerra rischiano di aumentare le povertà nel Paese. Oggi l'attività sociale di una banca diventa sempre più importante. Come UniCredit crediamo di avere una responsabilità che va ben oltre il finanziamento, lo scopo delle banche è anche contribuire a costruire una società più equa e sostenibile e consentire alle comunità di continuare a progredire. Per questo ci proponiamo di raggiungere i 10 miliardi di finanziamenti sociali a livello di Gruppo nei prossimi tre anni, aumentandoli di 10 volte. Un esempio è la nostra partnership recente con Teach for All, il programma copre sette dei nostri Paesi con un focus particolare sull'Italia, dove metà del finanziamento andrà a sostenere gli insegnanti nelle scuole del Sud».

Al Sud però l'allarme vero continua a chiamarsi lavoro. Con l'iniziativa di oggi UniCredit vuole dimostrare che si possono creare anche qui importanti opportunità di occupazione partendo dal Terzo Settore, è così?
«Investire nel Terzo Settore non solo contribuisce a migliorare la società, ma aiuta a creare anche opportunità di lavoro. Il settore non profit ha conosciuto una forte espansione nel corso degli ultimi 15 anni e proprio in Campania gli occupati sono cresciuti di oltre il 70 per cento. Oggi incontreremo il Banco Alimentare della Campania che ha beneficiato di una donazione da parte della nostra Fondazione. Si tratta di un contributo importante, da aggiungere alle esperienze positive di realtà come l'Altra Napoli Onlus e l'Orsa Maggiore. Ma il lavoro non può fermarsi qui, saremo sempre più impegnati a dialogare con il Terzo Settore per trovare insieme nuove opportunità di collaborazione e riuscire, come abbiamo già fatto, a creare valore sociale, ma anche occupazione».

Ma in assoluto, qual è a suo avviso il nemico numero uno del Mezzogiorno? La rassegnazione, la burocrazia, la scarsa competenza di molti amministratori?
«Vengo dal Sud, mio padre è nato in Sicilia e mia madre in Tunisia; quindi, capisco le sfide di quest'area del Paese. Parlando con gli imprenditori del Sud ciò che mi ha colpito è la loro energia e il loro impegno per la crescita del Mezzogiorno. In tutte le regioni, anzi tutti i Paesi, non mancano le sfide, ma è il modo in cui vengono affrontate a determinarne il successo. Per me è importante concentrarsi su ciò in cui si è bravi, i clienti devono essere al centro di ciò che si fa, bisogna essere flessibili, pronti ad adattarsi alle circostanze e rimanere concentrati sul risultato finale. Il Sud è un'area del Paese industriale e operosa, piena di dinamismo e passione per quello che fa e per quello che crea. Questo è ciò che credo ne garantirà il successo».

Il Pnrr resta la via maestra per ridurre il gap Nord-Sud, rilanciare gli investimenti e creare nuove opportunità per la crescita?
«Con il Pnrr abbiamo un'opportunità per avviare una nuova fase di rilancio per il Paese e soprattutto per il Mezzogiorno, ma non è l'unica. Il Sud gode di una invidiabile posizione geografica di cerniera tra Europa e Mediterraneo ed è per questo che guardiamo con interesse anche alle Zes che sono anch'esse uno strumento di attrazione di investimenti. Ma il Sud può diventare anche protagonista della transizione green del Paese per lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico ed eolico. Il Mezzogiorno ha enormi potenzialità ed è la principale riserva per la crescita di tutto il Paese e noi, come grande banca che opera in queste regioni, faremo la nostra parte per contribuire a ridurre i divari, garantendo le risorse da indirizzare al territorio ma anche con il nostro impegno sui temi sociali».

In concreto, come sostenete l'economia meridionale?
«Innanzitutto, investiamo. Poco più di un anno fa abbiamo presentato il nostro Tecno Hub nel campus di San Giovanni a Teduccio e ad oggi abbiamo raggiunto l'obiettivo dei 100 nuovi ingressi sul territorio, anche orientati al potenziamento della rete commerciale e a favorire il ricambio generazionale, oltre la metà è a Napoli. Sosteniamo l'economia del Mezzogiorno con uno con uno stock impieghi di circa 20 miliardi. Ogni nostra azione è finalizzata incrementare le nuove erogazioni, che proprio in Campania nell'ultimo anno sono cresciute del 13 per cento».

Avete appena lanciato un piano di sostegno da 8 miliardi per imprese e famiglie, vi aspettate una risposta forte o l'incertezza sul futuro peserà?
«L'obiettivo della nostra iniziativa è stato quello di voler essere proattivi rispetto al contesto attuale e alle esigenze dei nostri clienti. L'entità della risposta dipenderà anche dalle tempistiche della crisi, non c'è dubbio che questi sono tempi difficili e che c'è preoccupazione tra i nostri clienti e supportarli è fondamentale per noi, come anche per ogni altra banca. Sono fiducioso delle azioni che abbiamo messo in campo per mitigare gli impatti negativi derivanti dalla spinta inflazionistica: sono misure concrete volte a sostenere il reddito disponibile delle famiglie e la liquidità delle imprese, e siamo pronti ad adeguarle in base al contesto e alle esigenze della nostra clientela».
 

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