Terrazzi e balconi, arriva il "mini-condono" per le vetrate panoramiche: non servirà autorizzazione

Nel Decreto Aiuti si liberalizza l’installazione delle VEPA, le vetrate panoramiche amovibili, facendole rientrare nelle opere di edilizia libera

Terrazzi e balconi, arriva il "mini-condono" per le vetrate panoramiche: non servirà autorizzazione. Come funziona
Terrazzi e balconi, arriva il "mini-condono" per le vetrate panoramiche: non servirà autorizzazione. Come funziona
di Giusy Franzese
Venerdì 16 Settembre 2022, 16:39 - Ultimo agg. 4 Aprile, 19:31
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C’è già chi parla di mini-condono, in realtà si tratta di una semplificazione burocratica che farà molto piacere a chi ha balconi, terrazzi o patii in genere utilizzati soltanto d’estate e si chiedeva come fare - senza commettere illeciti - per poterne usufruire anche nelle fredde giornate invernali. La risposta potrebbe essere nell’articolo 33-quater nel decreto aiuti bis, appena ritornato al Senato in terza lettura dopo l’ok della Camera con modifiche (deve essere convertito entro l’8 ottobre). In quell’articolo, infatti, di fatto si liberalizza l’installazione delle VEPA, le vetrate panoramiche amovibili, facendole rientrare nelle opere di edilizia libera, quelle che non richiedono alcuna autorizzazione preventiva. Ci sono comunque dei requisiti e dei paletti da rispettare. Vediamoli, in attesa che il decreto sia convertito e diventi legge definitivamente.

 

Edilizia libera

Il Testo Unico Edilizia (Dpr 380/2001) stabilisce che alcuni lavori possano essere effettuati senza dover prima ottenere titoli abilitativi come autorizzazione, facendo sempre salve le regole urbanistiche di ciascun comune e quelle del codice dei beni culturali. L’articolo 6 del TU elenca gli interventi in regime di edilizia libera. È qui che interviene la modifica prevista dall’art.33-quater del decreto aiuti bis, inserendo nell’elenco delle opere anche le VEPA, le vetrate panoramiche amovibili.

 

Le vetrate

Per installare vetrate panoramiche amovibili e  trasparenti non serviranno più autorizzazioni, purché siano rispettate le regole urbanistiche di ciascun comune e quelle del codice dei beni culturali.

 

No ad aumenti di volumetria

L’amovibilità delle vetrate è un paletto indispensabile per poter installare le vetrate senza autorizzazioni.

Solo così si potrà rispettare la norma che prevede che le vetrate non configurino «spazi stabilmente chiusi con conseguente variazione di volumi e di superfici, come definiti dal regolamento edilizio-tipo, che possano generare nuova volumetria o comportare il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile anche da superficie accessoria a superficie utile».

 

I requisiti

Le VEPA devono assolvere i seguenti requisiti: protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche, parziale impermeabilizzazioni da infiltrazioni di acque piovane, microareazione.

Questo il testo preciso dell’articolato per l’installazione: le VEPA devono essere «dirette ad assolvere a funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche, parziale impermeabilizzazione dalle acque meteoriche dei balconi aggettanti dal corpo dell’edificio o di logge rientranti all’interno dell’edificio».

Per quanto riguarda la microareazione, il testo prevede che «tali strutture devono favorire una naturale microaerazione che consenta la circolazione di un costante flusso di arieggiamento a garanzia della salubrità dei vani interni domestici».

 

Impatto visivo minimo

Il testo della norma non parla di totale trasparenza ma sottolinea che devono essere quasi invisibili dall’esterno. Le vetrate - si legge - devono «avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e da non modificare le preesistenti linee architettoniche».

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