Whirlpool Napoli, appello dei sindacati: ora provvedimento straordinario per i lavoratori

Whirlpool Napoli, appello dei sindacati: ora provvedimento straordinario per i lavoratori
di Nando Santonastaso
Domenica 17 Ottobre 2021, 08:00 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 07:36
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«Lavorerò con tutte le mie forze perché le operaie e gli operai ex Whirlpool, che ho visto soffrire e piangere, abbiano un futuro più dignitoso e non debbano più battersi per l lavoro e per il salario. Lo devo a loro, lo dobbiamo a loro». Le parole di Alessandra Todde, il viceministro dello Sviluppo economico che più di tanti (anche nei governi precedenti) ha seguito e preso a cuore la vicenda dello stabilimento di via Argine, racchiudono il senso e l'amarezza per l'epilogo della trattativa. L'ultimo, disperato tentativo del governo e dei sindacati di ottenere dalla multinazionale la proroga della chiusura delle procedure di licenziamento è fallito quando quasi albeggiava, l'altra notte. Niente proroga, chiusa la procedura in modo unilaterale: il ministro Giorgetti parla di governo irritato, i sindacati accusano l'azienda di «avere chiuso la porta in faccia ai lavoratori», ma la sostanza non cambia. Dal 22 ottobre prossimo ogni giorno sarà utile per l'invio delle lettere di licenziamento. 

«Proveremo a impegnare il governo su un provvedimento specifico per l'immediato futuro dei lavoratori - dice Biagio Trapani, segretario della Fim Cisl di Napoli - perché siano accompagnati alla loro nuova prospettiva occupazionale senza ulteriori penalizzazioni».

L'obiettivo è di farli transitare per Invitalia per un periodo breve, il tempo necessario al Consorzio che dovrà riconvertire lo stabilimento e riassorbire gli ex Whirlpool di costituirsi e di avviare i corsi di formazione e le prime attività produttive. Un percorso complicato, che richiama quelli dei tempi della Gepi e che ha nel fattore tempo un limite difficile da sperare. Perché bisognerebbe fare in fretta e arrivare a metà dicembre con la contemporanea costituzione del Consorzio che ha indicato proprio questa scadenza per ufficializzare la sua presenza. L'esigenza dei sindacati è di non spezzare il filo che lega i lavoratori di Napoli ad una dimensione occupazionale precaria ma non condannata alla disoccupazione. Martedì se ne parlerà al nuovo tavolo convocato dalla Todde nel quale si farà anche il punto sui tempi e sulle modalità operative del Consorzio. «Nei prossimi giorni andrò in fabbrica a Napoli - annuncia la Todde - per incontrare operai e operaie e parlare di futuro. Le istituzioni non si devono vedere nel momento del trionfo ma in quello del bisogno. Assicuro che ci sarò nei prossimi giorni, nei prossimi mesi. Il progetto che abbiamo costruito è serio e merita di essere realizzato».

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Indirettamente lo riconosce la stessa Whirlpool nel comunicato diffuso a tarda ora l'altra notte in cui conferma la chiusura delle procedure di licenziamento e ribadisce l'offerta delle sei mensilità (85mila euro) e il trasferimento al Nord ai lavoratori interessati. «La Società, pur riconoscendo gli sforzi profusi dal Governo e dalla Regione per trovare soluzioni idonee a consentire una nuova missione industriale per il sito di Napoli - vi si legge -, si rammarica che i progetti presentati siano ancora in una fase non compatibile con le esigenze e tempistiche espresse dalla Società più volte e da ultimo ribadite nella riunione del 28 settembre». C'era il tempo, però, ribadiscono sindacati e governo per andare a vedere le carte, come si dice, per approfondire cioè i contenuti del piano messo a punto da Invitalia e affidato alla realizzazione del Consorzio. Whirlpool si è fidata poco, evidentemente, di ciò che le è stato proposto per avviare una trattativa nel merito del progetto: aveva deciso, forse anche su pressioni della casa madre americana, di chiudere ogni spiraglio senza lasciarsi coinvolgere in un confronto che sicuramente richiedeva più settimane e ha resistito a tutte le pressioni. Voleva lasciare Napoli e alla fine, nonostante tutte le pressioni e le proteste, i dubbi e le perplessità sulle reali motivazioni della decisione, ha raggiunto il suo obiettivo. Todde parla di posizione irragionevole dell'azienda ma è un fatto che anche nelle ore più disperate dell'altra notte sono affiorati contrasti all'interno della maggioranza di governo su come è stata affrontata la curva finale di questa storia. La sensazione maturata in questi mesi è che il destino di via Argine in quota Whirlpool fosse stato segnato sin dal primo annuncio, quasi tre anni fa, della volontà aziendale di chiudere. 

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