Ventidue operaie comprano l'azienda e la salvano dalla crisi. «Hanno rischiato tutti i loro soldi»

Ventidue operaie comprano l'azienda e la salvano dalla crisi. «Hanno rischiato tutti i loro soldi»
Ventidue operaie comprano l'azienda e la salvano dalla crisi. «Hanno rischiato tutti i loro soldi»
di Marcella Barotto
Giovedì 22 Novembre 2018, 12:04 - Ultimo agg. 23 Novembre, 19:04
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«Oggi si celebra il coraggio di 22 socie fondatrici che, rischiando tutto, sono riuscite nell'intento di dare continuità lavorativa a loro stesse e agli altri 11 addetti di questa realtà manifatturiera», parole dell'assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan, presente ieri a Stienta, in provincia di Rovigo, insieme al collega Cristiano Corazzari, all'inaugurazione dell'attività della cooperativa Centro Moda Polesano. È il settimo caso nel Veneto di acquisizione da parte dei lavoratori (per i tecnici wbo, ovvero workers buyout ). 



Una giornata giustamente all'insegna dell'orgoglio e dell'emozione, quindi, per il taglio del nastro alla fine di un percorso accompagnato da Legacoop Veneto che ha portato alla nascita di una realtà del settore dell'alta moda sorta in seguito alla crisi della Cooperativa Polesana Abbigliamento (Capa). Tra i wbo nati in questi anni, quella di Stienta è la prima iniziativa imprenditoriale tutta al femminile. «C'è l'orgoglio di essere riusciti a superare un periodo di grande difficoltà che ha portato alla chiusura della coop Capa, impegnata nel settore dell'abbigliamento», hanno detto le socie. L'azienda è una delle realtà più importanti del centro altopolesano, ma da qualche anno si è trovata in grosse difficoltà tanto che molte lavoratrici non state più impegnate. Ieri è stato ribadito il grande impegno assunto dalle 22 lavoratrici di prendere in mano la situazione e cercare di dare una svolta fondando la nuova realtà. E in tanti sono venuti a sostenerle nella giornata d'inaugurazione. 
 



La presidente della nuova Cmp, Claudia Tosi, ha ripercorso la storia della Capa la cui entrata in liquidazione ha portato a cercare alternative. «Non è stato semplice mantenere i clienti, molto spesso prestigiosi ed è stata fatta una corsa contro il tempo per riuscire a risolvere le problematiche che potessero essere d'ostacolo», ha detto. Il sindaco di Stienta, Enrico Ferrarese ha voluto esprimere: «L'affetto che l'intera comunità di Stienta ha nei confronti del Centro Moda, fatto di attenzione e responsabilità solidali anche verso un passato che è stato doloroso e non semplice da superare». 
Adriano Ricci, della Lega Coop Veneto, ha sottolineato il valore del modello veneto: «Che vede lavorare insieme le persone con impegno e concretezza». E per Dora Iacobelli, della Lega Coop nazionale e presidente Pari opportunità: «Le donne sono tenaci e lo hanno dimostrato ancora una volta». 

All'incontro erano presenti anche Gianluca Laurini e Paolo Ferraresi, rappresentanti della Banca Etica che ha finanziato il progetto. È spettato a loro spiegare la difficoltà che hanno le banche nel finanziare progetti il cui valore deve essere concreto per avere un futuro. Un progetto come quello delle 22 socie che hanno rischiato del loro. «Siamo di fronte a un caso di buona finanza - ha concluso l'assessore regionale Elena Donazzan - che ha visto soggetti diversi tra loro concorrere proficuamente a un unico scopo: riattivare da una precedente crisi una produzione che possa garantire reddito e ritorni in termini occupazionali».
 

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