Confcommercio: a maggio consumi giù del 30%, Pil del secondo trimestre a -17,4%

Pil, Confcommercio: giù del 17,4% nel secondo trimestre, calo consumi del 30% a maggio
Pil, Confcommercio: giù del 17,4% nel secondo trimestre, calo consumi del 30% a maggio
Lunedì 22 Giugno 2020, 10:52 - Ultimo agg. 18:02
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Crollano del 30% i consumi a maggio in Italia, mentre nel secondo trimestre il Pil è stimato ridursi del 17,4% rispetto al primo trimestre e del 21,9% nel confronto annuo. È quanto indica l'Ufficio studi di Confcommercio

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Considerando aprile come il punto di minimo congiunturale seguito dalla graduale ripresa delle attività a partire da maggio, si stima per giugno una crescita del Pil, al netto dei fattori stagionali, del 4,7% rispetto a maggio, dato che porterebbe ad una decrescita del 17,2% rispetto allo stesso mese del 2019. 

Consumi ancora in forte calo. A maggio, nonostante l'allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attività con la fase due, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada del recupero. Nel confronto annuo l'indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) segnala un calo del 29,4%, un dato meno negativo se confrontato con il -47% di aprile ma che conferma «grandi difficoltà» soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero. Tra i settori più colpiti, infatti, tempo libero (-92%), alberghi, bar e ristoranti (-66%) e abbigliamento (-55%).

 


Anche nel mese di maggio, segnala l'analisi di Confcommercio, sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo: l'alimentazione domestica, le comunicazioni e l'energia sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa. Per molti segmenti non solo il recupero è «modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo», come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l'area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d'intrattenimento e relazione. Nel complesso degli ultimi tre mesi si rileva, nel confronto con lo stesso periodo del 2019, una riduzione del 36,4% dei consumi, «dato che si riuscirà a recuperare solo in parte nei prossimi mesi», segnala ancora Confcommercio. In particolare, il -29,4% dell'Indice dei consumi è frutto di un calo del 50,2% dei servizi e del 20,2% dei beni, su base annua. Tra i diversi settori, alberghi bar e ristoranti segnano -65,9% (-88% gli alberghi e -60% i pubblici esercizi), abbigliamento e calzature -54,7%, beni e servizi ricreativi -45,9% (di cui i servizi ricreativi -92%), beni e servizi per la mobilità -45,1% (dal -35,2% per le automobili al 46,4% dei carburanti fino al -96% per i trasporti aerei). In territorio positivo, invece, l'energia elettrica con +6,7%, alimentari e bevande +4,4%, beni e servizi per la comunicazione +0,9% (con i servizi per le comunicazioni +2,5%). Stabili i prodotti farmaceutici e terapeutici. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili, per il mese di giugno 2020 si stima una variazione dello 0,1% in termini congiunturali e una diminuzione dello 0,2% nel confronto con lo stesso mese del 2019 confermando il dato di maggio. 

«Bene l'ipotesi del Governo di sostenere consumi e domanda interna attraverso misure di riduzione dell'Iva, sarebbe un segnale importante di fiducia che abbiamo sempre auspicato. Che non sia, però, una misura eccessivamente provvisoria». Lo afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sostenendo che «consumatori e imprese hanno bisogno di certezze per programmare e realizzare scelte di acquisto e di investimento indispensabili per rilanciare l'economia». L'economia italiana, sottolinea infatti commentando la congiuntura dell'Ufficio studi della confederazione, «nonostante la fine del lockdown, fatica a riprendersi. A maggio i consumi sono calati del 30%, le famiglie hanno meno reddito e molte imprese rischiano la chiusura.
C'è pochissimo tempo, bisogna passare subito dagli annunci alla concretezza dei risultati. A partire dalla liquidità, che molte imprese non hanno ancora visto, fino ad un piano di rilancio dell'immagine dell'Italia nel mondo». 

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