Pomigliano, cresce la Panda e partono gli investimenti per il nuovo Suv

Pomigliano, cresce la Panda e partono gli investimenti per il nuovo Suv
di Nando Santonastaso
Mercoledì 27 Febbraio 2019, 08:30 - Ultimo agg. 13:58
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Parte l'investimento Fca a Pomigliano sul mini-Suv dell'Alfa Romeo. La buona notizia, forse la prima di segno positivo nel precario scenario industriale italiano dall'inizio dell'anno caratterizzato da frenate produttive e calo di investimenti, è stata comunicata dall'azienda all'esecutivo della Rappresentanza sindacale. Gli investimenti partiranno a maggio e coinvolgeranno la lastratura e soprattutto la verniciatura dove - come spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl - «l'intervento più importante riguarderà la sostituzione degli attuali robot con altri tecnologicamente più avanzati per migliorare la qualità, l'efficienza e soprattutto la capacità produttiva». La verniciatura, inoltre, dovrà soddisfare sia la produzione della Panda (l'ultima novità di questo fortunatissimo modello verrà presentata al prossimo salone automobilistico di Ginevra) sia quella della futura Alfa Romeo.

 

«Ci saranno poi investimenti - prosegue Uliano di adeguamento della pista di collaudo che dovrà essere portata agli standard più elevati richiesti dall'Alfa Romeo. Confidiamo che a breve vengano annunciati anche quelli più corposi che riguarderanno le future linee di montaggio». Peraltro, l'annuncio di ieri è venuto a margine di un incontro tra azienda e delegati sindacali in cui si è discusso dell'incremento da 10 a 12 turni settimanali per far fronte ad una maggiore richiesta di Fiat Panda, versioni metano e benzina in particolare in attesa del motore ibrido che farebbe parte del piano di investimenti su Pomigliano. E anche questa è una notizia importante se si ricorda che le vendite dell'utilitaria avevano subìto una contrazione del 30% nel 2018, specie dopo l'annuncio dello stop alla produzione di motori diesel e le polemiche sull'arrivo dell'ecotassa.

IL PIANO
Ma è ovviamente l'avvio dell'investimento in chiave Alfa a rasserenare dopo i dubbi sollevati dalla stessa Fca sulla conferma del piano di investimenti da 5 miliardi, uno dei quali destinato proprio a Pomigliano, per i prossimi anni. Erano i giorni della polemica con il governo per l'introduzione, appunto, della discutibile tassa bonus-malus, considerata da Fca e dall'intero settore dell'automotive come una pericolosa apertura agli stranieri e un colpo durissimo al mercato, alla produzione e ai consumatori italiani. Fu il nuovo ad Mike Manley a parlare della «possibile revisione» del piano, con inevitabili preoccupazioni in tutto il comparto. Il pericolo sembra ora scongiurato e la missione Alfa per Pomigliano può dirsi confermata a tutti gli effetti. «Avevamo visto giusto su Pomigliano e siamo fiduciosi che lo stabilimento continuerà ad essere all'altezza della sfida anche in termini tecnologici, rimanendo uno dei più competitivi al mondo del gruppo Fca», dice Giovanni Sgambati, segretario regionale della Uil campana e promotore dello storico accordo del 2010.

Sul piano organizzativo, dovrebbero essere confermati tempi e modalità della nuova missione produttiva. Secondo una road map abbastanza affidabile, l'avvio della produzione del C-Suv dovrebbe scattare negli ultimi mesi del 2020 per avviare con l'anno nuovo la commercializzazione del prodotto. «Secondo le informazioni, ancora ufficiose, in nostro possesso dice Giuseppe Terracciano, segretario regionale della Fim Cisl l'Alfa made in Pomigliano dovrebbe puntare sul mercato europeo, considerata la tipicità del prodotto. Di sicuro dai volumi di vendita dipenderà la saturazione dell'organico dello stabilimento che rimane un obiettivo di fondo del nostro rapporto con l'azienda».
A questo ragionamento è collegato il futuro della Panda: rispetto alle prime ipotesi, non sembra più così certo il trasferimento, o meglio il ritorno, della linea produttiva in Polonia. Il rilancio delle immatricolazioni dimostra che il modello con le ultime varianti in fatto di motori e tecnologia tira sempre e pensare dunque di rinunciarvi non appare al momento una soluzione ragionevole. Specie poi ora che con l'inizio degli investimenti sul C-Suv il ricasco sull'indotto si annuncia corposo, a dispetto dello scenario preoccupante che l'ecotassa aveva configurato e sul quale, peraltro, le prime risposte arriveranno nei prossimi giorni con l'entrata in vigore della norma.
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