Professionisti in piazza a Roma: vogliamo equo compenso

Professionisti in piazza a Roma: vogliamo equo compenso
Sabato 13 Maggio 2017, 17:33 - Ultimo agg. 14 Maggio, 11:43
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Professionisti in piazza a Roma per rivendicare un equo compenso per le prestazioni dei lavoratori autonomi. Architetti, ingegneri, avvocati, medici, notai, veterinari, dentisti hanno marciato tutti insieme da Piazza Esedra fino a
Piazza San Giovanni, per richiamare l'attenzione delle istituzioni sulla necessità di introdurre i minimi tariffari,
aboliti nel 2006. Secondo gli organizzatori della manifestazione, i redditi degli iscritti ad Ordini e Collegi «sono ritornati ad essere quelli degli inizi degli anni '80», dunque, ad esempio, «per le professioni tecniche si oscilla tra i 17.000 e i 30.000 euro annui lordi, registrando dal 2007 al 2014 un calo del 22%».

L'iniziativa, propagandata sui social network con l'hastag #noiprofessionisti, ha coinvolto «oltre 140 Ordini da tutta Italia», hanno rivendicato i promotori.

«È una mobilitazione per rivendicare la nostra dignità di lavoratori, ormai troppo spesso sfacciatamente calpestata dagli interessi delle imprese o degli altri poteri che dettano, ormai da tempo, l'agenda ai governi di turno. Basti pensare all'assurdità dell'obbligo del Pos, o ai ridicoli compensi ai CTU, pari a 4,07 euro l'ora, o alle gare al massimo ribasso per l'affidamento di servizi di ingegneria ed architettura, o agli appalti integrati», ha affermato Federarchitetti. «Per essere di supporto all'impresa, fornire una prestazione qualificata è necessario essere iperspecializzati ed essere quindi costantemente aggiornati», ha sottolineato Cesare Felice Giuliani, presidente della Consulta delle professioni di Roma presso la Camera di Commercio, spiegando che «questo comporta dei costi anche di tipo economico. Ecco perché chiediamo che ci sia il giusto compenso dei consulenti professionali» perché «in caso contrario, non si può essere competitivi».

Dai palazzi della politica a sostegno dei professionisti si sono levate le voci del presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che rilancia un emendamento alla manovra per la detraibilità dell'Iva; del capogruppo di Alternativa popolare in commissione Giustizia alla Camera, Nino Marotta, che chiede al Cdm di approvare il ddl sull'equo compenso; e di Stefano Fassina di Sinistra Italiana, che ribadisce la necessità di correzioni radicali alle liberalizzazioni senza protezione del lavoro.


 
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