Reddito di cittadinanza, convocazioni in tilt: va in panne la ricerca di lavoro

Reddito di cittadinanza, convocazioni in tilt: va in panne la ricerca di lavoro
di Pacifico e Iuliano
Martedì 25 Giugno 2019, 07:00 - Ultimo agg. 14:32
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Al ministero del Lavoro stanno studiando come rafforzare e migliorare il reddito di cittadinanza per l'anno prossimo. Incuranti che sia il Mef sia l'Unione europea vogliano utilizzare lo stanziamento previsto (7,2 miliardi di euro nel 2020) o la maggior parte di esso per tagliare il deficit. E mentre al dicastero di via Veneto si fanno grandi progetti sul futuro, il presente dice che i centri per l'impiego sono impossibilitati ad avviare - dovevano farlo da ieri - la fase due del reddito: cioè convocare i percettori del sussidio nelle loro sedi, farli firmare il patto del lavoro con annessa dichiarazione di disponibilità immediata a mettersi l'opera, «intervistarli» per conoscere le loro competenze e il loro grado di spendibilità sul mercato. Tutti passaggi senza i quali sarà impossibile trovare le tre offerte da altrettante aziende previste dal provvedimento. E i Cpi non possono farlo per una motivazione semplice quanto paradossale: l'Anpal non ha fornito né loro un elenco completo dei soggetti interessati - sul cloud del ministero del Lavoro c'è soltanto una lista con meno di un terzo dei 120mila disoccupati totali - né il software, che da ieri mattina doveva mettere in collegamento la stessa Anpal e le strutture territoriali. Se ne riparlerà forse tra qualche giorno, anche perché la piattaforma consegnata ai Cpi soltanto nel tardo pomeriggio di ieri - intorno alle 16.30 - è in «staging», è in prova, va ancora testata, in poche parole non funziona ancora.
 
Da Palazzo Santa Lucia l'assessore al Lavoro, Sonia Palmeri, fa sapere che non ha ricevuto il materiale per convocare i disoccupati, con i «nostri Cpi, che possono prenderli in carica soltanto se questi si presentano spontaneamente». Per la cronaca, e sempre nella sede dell'assessorato campano, ieri c'è stata una riunione proprio con i direttori dei centri, i quali hanno reso noto che nella stessa giornata l'affluenza nei loro uffici è stata molto bassa: in media un centinaio di persone, non tutti lì per il reddito. Dal Lazio, l'assessore Claudio Di Bernardino, ha aggiunto che «sul cloud ci sono soltanto 6mila nominativi sui 15mila che dobbiamo seguire», mentre dalla Lombardia la sua collega Melania Rizzoli ipotizza che «ci vorranno almeno due settimane prima di iniziare» quest'attività.

Da Anpal replicano che già da domani il software sarà operativo. Sempre nella stessa giornata le Regioni vedranno il presidente Mimmo Parisi, il quale dovrebbe dare informazioni su un'altra piattaforma ancora più importante: quella per mettere in contatto i Cpi e le aziende interessate ad assumere i lavoratori. L'esperto di statistica italoamericano voleva che il governo gli comprasse «Mississippi Works», programma per incrociare domanda e offerte che lui stesso aveva ideato quando lavorava al Nsparc, piccolo centro di ricerca della Mississippi State University. Ma al ministero del Lavoro, dopo tanti sforzi, si sono resi conto che non è possibile farlo, perché si deve comunque per una procedura di gara aperta a tutti. Con il risultato che l'Anpal sta per firmare una convenzione con Invitalia, per dargli un generico mandato a fornirgli «strumenti informatici» per la cifra di 25 milioni di euro.

Non è questo l'unico nodo che - nel rapporto tra stato centrale ed enti locali - rallenta la macchina del reddito. Sul fronte regionale i governatori attendono che il ministro Di Maio firmi il decreto per sbloccare i 160 milioni di euro necessari per assumere circa 4mila addetti nei Cpi e i 467 milioni per dotare i centri della strumentazione tecnica e digitale che oggi manca. Mentre i Comuni aspettano i provvedimenti sulla reta informatica, senza la quale non potranno né gestire l'attività d'inclusione sociale per le famiglie dei disoccupati né fare i controlli sulle loro residenze.

Sempre ieri l'Anpal ha comunicato la graduatoria dei 2.980 navigator selezionati nei giorni scorsi e che saranno assunti come Cocopro.

La regione Campania ha già fatto sapere che non intende utilizzarli nei propri centri per l'impiego. Intanto, come detto, al ministero del Lavoro stanno studiando modifiche al reddito: da un lato si stanno valutando criteri più labili d'accesso e nuovi coefficienti per aumentare gli assegni alle famiglie; dall'altro si devono correggere alcuni errori formali come quelli relativi al calcolo del contributo d'affitto. Secondo il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, «rispetto ai 5,9 miliardi stanziati per il reddito di cittadinanza nel 2019 potrebbe esserci un risparmio di circa 800 milioni di euro».

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