Reddito di cittadinanza, a Napoli 230mila beneficiari ma i 9 miliardi non bastano per tutti

Reddito di cittadinanza, a Napoli 230mila beneficiari ma i 9 miliardi non bastano per tutti
di Francesco Pacifico
Martedì 13 Novembre 2018, 07:30 - Ultimo agg. 13:36
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A fare i conti al centesimo, con 9 miliardi di euro stanziati, il reddito di cittadinanza pieno potrà essere erogato a poco meno di 800mila persone. Luigi Di Maio ha promesso che l'intervento dovrebbe riguardare almeno 6 milioni di persone tra disoccupati, inoccupati e pensionati. Con il passare dei giorni diventano una chimera i 780 euro al mese sbandierati in campagna elettorale: complice le ristrettezze del bilancio e la minaccia della Ue, l'assegno dovrebbe ridursi di molto, in media non dovrebbe superare i 400 euro mensili. Cioè 100 euro in più di quanto oggi garantisce il Rei, il reddito d'inclusione creato dal governo Gentiloni, che però copre una platea minore quasi della metà rispetto a quella del nuovo sussidio.
 
Il dibattito sulle coperture al reddito ha accompagnato il governo dalla sua nascita. Lo scorso 28 marzo - a urne appena chiuse - Tito Boeri tuono che il provvedimento sarebbe «costato tra i 35 e i 38 miliardi di euro». A stretto giro Giulia Grillo e Danilo Toninelli - allora capigruppo pentastellati alla Camera e Senato - gli replicarono duramente: «Basta bugie sul reddito di cittadinanza, l'Istat ha calcolato in 14,9 miliardi di euro la spesa annua, più 2 miliardi d'investimento il primo anno per riformare i Centri per l'Impiego». Per la cronaca, da allora, i rapporti tra i l'economista bocconiano e i grillini hanno registrato altri alti e bassi, ma soprattutto in manovra sono stanziati per la misura soltanto dieci miliardi di euro, dei quali uno per la riqualificazione dei centri. Così oggi, come allora, i conti sul reddito non tornano, visto le risorse limitate per uno strumento che è sia sussidio contro la povertà sia misura di politica attiva.

Sull'asse tra il ministero del Lavoro e quello dell'Economia si sta lavorando alacremente per scrivere i decreti e disegnare con precisione il reddito di cittadinanza.

Al momento sono sicuri soltanto la soglia massima per i nullatenenti (780 euro per i single, 1.140 per le famiglie numerose), un taglio di 280 euro per i possessori di casa, la necessità di iscriversi a un centro per l'impiego anche per beneficiare di percorsi di formazione e di rispondere ad almeno in una delle tre offerte di lavoro trovate dai Cpi, l'erogazione della somma attraverso un bancomat, la Carta di cittadinanza, che sostituirà in toto la social Card. Pasquale Tridico, il consigliere principe di Luigi Di Maio in via Veneto, ha calcolato che il reddito sarà erogato a 6,5 milioni di persone: 5 milioni tra disoccupati e inoccupati, 1,5 milioni di pensionati. Ma questo è il solo numero sulla platea dei beneficiari: nessuno conosce l'entità degli assegni e come saranno distribuite le risorse, vuoi perché al ministero dell'Economia non hanno ancora terminato di calcolare i redditi e le prestazioni di welfare già a favore dei presunti beneficiari (si sa solo che in Italia gli italiani in povertà assoluta sono 4,7 milioni), vuoi perché non si è ancora deciso come applicare il l'Isee per scremare la platea. Questo indice calcola sia il reddito sia il patrimonio, finisce per abbassare il reddito ai proprietari di casa e di rendite finanziarie, chi vive ancora nello stato di famiglia con i genitori e i nuclei con meno figli. Senza contare che una parte dei 9 miliardi potrebbe finire per finanziare incentivi ulteriori alle aziende che assumono disoccupati.

Al momento le stime sono molto approssimative, ma dal ministero del Lavoro si fa sapere che l'importo massimo, 780 euro, potrebbe andare a massimo mezzo milione di persone. Una scrematura realizzata grazie all'Isee e al fatto che, come ha stimato l'Istat, il 56,3 per cento delle famiglie in povertà assoluta non vive in affitto. A questo mezzo milione di persone andranno risorse per quasi cinque milioni di euro, il resto al resto della platea, con il risultato che qualcuno potrebbe trovarsi anche con un sussidio inferiore o pari all'attuale Rei.

Nei giorni scorsi lo Svimez ha segnalato che il 63 per cento delle risorse previste per il reddito andrà nel Mezzogiorno, dove vivono 270mila famiglie in povertà assolute. Il Sole24Ore, andando a vedere i redditi Isee presentati in questi anni, ha calcolato che soltanto a Napoli c'è una platea potenziale di 230mila beneficiari, mentre a Palermo potrebbero essere oltre 100mila gli interessati. Dal ministero del Lavoro fanno notare che questi numeri vanno presi con le molle, perché si basano su dichiarazioni fiscali spesso menzognere. Tradotto, si spera di risparmiare e scremare la platea controllando meglio questi redditi.
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