Navigator, il caso del doppio lavoro: «Ma non nel settore pubblico»

Navigator, il caso del doppio lavoro: «Ma non nel settore pubblico»
di Francesco Pacifico
Sabato 27 Luglio 2019, 08:00 - Ultimo agg. 15:33
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La mattina nei centri per l'impiego - ma soltanto nelle Regioni dove potranno avere accesso - per aiutare i percettori del reddito di cittadinanza a trovare un posto. Il pomeriggio a occuparsi di altre attività, a fare un secondo lavoro per sbarcare il lunario. Sì, perché potranno fare anche il doppio lavoro i 2.980 navigator appena selezionati da Anpal Servizi e che da lunedì prossimo inizieranno a Roma, Cagliari e Palermo il kick off, l'orientamento per poi sperare di essere in servizio tra settembre e ottobre.
 
Essendo stati assunti come collaboratori a progetto, quindi precari a tutti gli effetti, per legge non possono sottostare ad alcun vincolo di esclusività. L'importante, come prevede la legge quadro 81 del 15 giugno 2015, è che non ci sia conflitto d'interesse tra vecchie e nuove mansioni. In poche parole, non devono essere titolari di incarichi pubblici (insegnanti, infermieri o impiegati comunali) oppure essere in organico ad agenzie private di lavoro o enti di formazione che lavorano con la Pubblica amministrazione.

Questo particolare ha sorpreso non poco i rappresentanti delle Regioni che nei giorni scorsi hanno firmato la convenzione con il presidente dell'Anpal, Mimmo Parisi. Racconta Cristina Grieco, assessore al Lavoro della Toscana e coordinatrice degli assessori regionali al ramo: «Quando ci siamo accorti della cosa, che ci è sembrata un po' strana, abbiamo chiesto conto ai tecnici dell'agenzia nazionale del lavoro chiarimenti e loro ci hanno spiegato che questa possibilità è prevista». Per la cronaca, in alcune intese sottoscritte tra l'Anpal e gli enti locali, è previsto che «nell'ambito del contratto di collaborazione potrà essere inserita una clausola d'esclusività», ma soltanto specificando «gli ambiti di applicazione» e soprattutto «con una relativa indennità economica aggiuntiva da concordare con le parti». Cioè con un bonus rispetto ai circa 1.700 euro al mese di stipendio e 25 euro di rimborso spese garantiti per due anni.

Questo elemento aumenta ancora di più i dubbi sull'utilità e la funzionalità dei navigator. Spiegano alcuni funzionari regionali: «Nel bando sono previsti come requisiti la laurea e la fedina penale pulita, ma non un'esperienza nel settore delle politiche attive. Sono stati selezionati anche non pochi professionisti (avvocati o commercialisti su tutti) vittime della crisi. I quali, non è detto, che non preferiscano prediligere la loro attività rispetto alla nuova». Al riguardo uno di loro, lo chiameremo Marco, racconta al Mattino: «La legge non è ancora chiara sull'incompatibilità. Io faccio l'avvocato, ma non ho problemi a trovare il tempo e continuare a fare il mio lavoro, se ci sarà la possibilità».

Lunedì il presidente della Campania Vincenzo De Luca sarà a Roma dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio per trovare un accordo, dopo aver deciso di tenere lontani dai suoi centri per l'impiego i 471 navigator selezionati da Anpal Servizi per la Campania. Con il governatore campano che su un punto non transige: «Luigi Di Maio ha promesso la fine del precariato con il decreto Dignità e invece assume questi ragazzi con contratti Co.co.pro». Per la cronaca, nel provvedimento voluto dal ministro, c'è un netto restringimento all'uso dei tempi determinati e della somministrazione proprio in nome della lotta al precariato, ma si confermano tutte le deroghe per l'utilizzo dei collaboratori, compreso l'impiego nella Pa.

Come detto, sono tanti i punti oscuri sul futuro dei navigator.

Intanto tutte le Regioni hanno limitato il loro campo d'azione: potranno fare soltanto da tutor ai percettori del reddito, mentre le politiche attive come la ricerca delle offerte di lavoro saranno compito degli addetti dei centri per l'impiego. Lazio e Calabria, addirittura, non gli faranno mettere piede nei Cpi. C'è poi il nodo sulla stabilizzazione di queste figure: Di Maio ha fatto intendere che dovranno farlo le Regioni, che da qui al prossimo biennio dovranno assumere quasi 4mila addetti negli stessi Cpi. Ma i governatori non ne vogliono sapere, il tutto mentre Anpal Servizi ha già oltre 600 precari in organico.

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