Confcommercio: «Sangalli minacciato, ha ceduto e pagato»

Confcommercio: «Sangalli minacciato, ha ceduto e pagato»
Lunedì 5 Novembre 2018, 15:43 - Ultimo agg. 6 Novembre, 05:44
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«Una precisa regia, che contestava comportamenti scorretti tra i più infamanti » «contro cui non vi sarebbe stata alcuna possibilità di difesa. In questa situazione il Presidente, pur non avendo alcuna colpa, ha ritenuto di cedere alle richieste e pagare». Così la Confcommercio in una nota sulla vicenda che vede coinvolto il presidente, Carlo Sangalli, accusato di molestie da una sua ex segretaria. Nella nota Confcommercio precisa che il 14 si svolgerà il Consiglio direttivo per «la riorganizzazione interna che ha comportato la risoluzione del rapporto di lavoro con il Direttore Generale Francesco Rivolta per motivi oggettivi».

La segretaria, che non ha mai denunciato nulla, ha affermato - secondo quanto riportato in un messaggio pubblicato dal Corriere della Sera - di aver «dovuto subire» da Sangalli «un'atroce attenzione sessuale diventato giorno dopo giorno una verra e propria ossessione alla quale con tutte le mie forze mi sono ribellata». Sangalli, sempre secondo quanto riportato in questi giorni, nel gennaio 2018 ha donato alla sua ex segretaria 216mila euro. Il presidente di Confcommercio ha respinto le accuse definendole «infamanti» e presentato un esposto per estorsione.

Durante il Consiglio direttivo, si legge ancora nella nota, «il Presidente Carlo Sangalli relazionerà sui recenti fatti di cronaca. A questo proposito si conferma che il Presidente, abbandonando la sua usuale vocazione al dialogo, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica ritenendosi parte offesa per gravissime condotte di estorsione e diffamazione. Proseguirà a querelare con fermezza chiunque costruisca, diffonda o alimenti notizie false e diffamatorie. Dunque, accuse infamanti o illazioni, anche e soprattutto se provenienti da soggetti con una storia ben diversa da quella del Presidente, saranno oggetto di querela immediata».

«Il Presidente - continua la nota - esclude categoricamente di aver mai mancato di rispetto a nessuno dei suoi collaboratori (nel 2011, come in ogni giorno di tutta la sua carriera). Carlo Sangalli è stato oggetto di una lunga e ben orchestrata sequenza di episodi, di minacce e lettere anonime, una vera e propria violenza psicologica che lo ha profondamente segnato. Una precisa regia, che contestava comportamenti scorretti tra i più infamanti riferiti al 2011, contro cui non vi sarebbe stata alcuna possibilità di difesa. In questa situazione il Presidente, pur non avendo alcuna colpa, ha ritenuto di cedere alle richieste e pagare. Il presidente ha scelto di farlo nella forma più trasparente possibile dell'atto pubblico, per tutelare la Confederazione e la propria serenità familiare, e conservare ampia prova delle pressioni subite. Nonostante l'avvenuto pagamento, con pervicacia, sono state richieste a più riprese le dimissioni con toni minacciosi, allusivi e nei contesti più inopportuni. Solo di recente, dopo una lunga e complessa
attività di ricerca, si è scoperta la reale natura delle richieste estorsive e si è avuta prova degli accordi e delle responsabilità dei singoli». «Il presidente Sangalli e la Confcommercio - si conclude- attendono il lavoro della magistratura per individuare i responsabili di queste azioni gravissime».

 
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