Saranno simili alle banconote. Vogliono essere uno strumento per pagare i debiti della Pa alle aziende. Ma potrebbero diventare anche un'alternativa all'euro, cosa che spaventa non poco la Ue, la Bce e i mercati. Ecco tutto quello che c'è da sapere sui Minibot, lanciati dalla Lega.
CHE COSA SONO I MINIBOT?
Come dice il nome, i Minibot sono Bot (Buoni ordinari del Tesoro) di piccolo taglio: cioè obbligazioni del valore che oscilla tra i 5 euro e 100 euro. Rispetto ai più famosi titoli di Stato i Minibot non dovrebbero avrebbero una scadenza temporale né garantire interessi. Soprattutto verrebbero stampati su una carta colorata molto simile a quelle delle banconote. Con il voluto rischio di farli confondere con l'altra moneta in circolazione, cioè l'euro.
QUAL È LA PROPOSTA DELLA MAGGIORANZA?
Al centro del dibattito di questi giorni e delle critiche dell'Europa c'è la proposta del leghista Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio della Camera, che vuole pagare i debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni verso le aziende (parliamo di oltre 45 miliardi di euro) con questi titoli di Stato. Un'idea in parte già venuta in mente all'ex ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, nel 2012, che però voleva usare i Bot. Sempre lo stesso Borghi, nella sua proposta di legge, ha immaginato di far usare agli italiani questo strumento per pagare le tasse, alcuni servizi, i trasporti o la benzina. Alla fine di maggio la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità una mozione parlamentare (quindi non vincolante) per il rilancio dell'economia, nella quale però una parte era dedicata anche all'emissione dei Minibot. Tra i favorevoli c'erano anche il Pd e +Europa, che a voto chiuso si sono scusati per quel via libera.
SONO TITOLI DI DEBITO O MONETA?
Sicuramente sono titoli di debito. Ma Borghi, da almeno due anni a questa parte, sostiene che questo strumento potrebbe essere «un primo passo per l'uscita dall'euro». Di più, ipotizza di stampare titoli per un valore pari al contante in circolazione in Italia (oltre 100 miliardi di euro) e di garantirgli un concambio con l'euro di uno a uno. Per diventare moneta a tutti gli effetti, i Minibot dovrebbero essere prima accettati per tutte le forme di transizioni. Eppure, proprio come le banconote degli euro, sono senza scadenza e senza tasso d'interesse.
QUALI EFFETTI SUL DEBITO?
Secondo Borghi, l'utilizzo dei Minibot non è altro che una partita di giro sul versante del debito pubblico: cioè una forma di «cartolarizzazione di crediti esistenti» come quelli dello Stato verso le aziende. Per gli economisti la questione è più complessa: far pagare alle imprese e ai contribuenti le tasse o le utenze con dei pezzi di debito pubblico ridurrebbe il gettito che l'Erario incassa nominalmente. A livello contabile potrebbero mancare risorse, che costringerebbe lo Stato per recuperarle a emettere più titoli di Stato, a fare tagli di spesa o a introdurre nuove tasse.
QUAL È LA POSIZIONE DEL GOVERNO?
Il titolare del dicastero dell'Economia ha gelato i propositi leghisti, subito rilanciati dalla Lega: «Questa è una cosa che sta nel loro programma: il ministero dell'Economia ha girato un parere negativo. Penso che in un'interpretazione, quella del debito, non servono. Nell'altra, quella della valuta alternativa, ovviamente si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti». Cauto anche il premier Conte, mentre Matteo Salvini e Luigi Di Maio ne hanno fatto un pilastro del rilancio del governo.
QUAL È LA POSIZIONE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE?
Come si sa, le regole della Ue vietano per gli Stati membri l'utilizzo di monete parallele all'euro. Di più, se il sistema dei Minibot avesse un forte successo, questi titoli potrebbero finire per avere un valore diverso dalla divisa europa, creando anche forme di dumping. Ma c'è un altro timore che circola a Bruxelles: se i Minibot diventeranno un viatico per uscire dall'euro, i mercati - spaventati dalla cosa - potrebbero chiudere le posizioni sull'Italia, cioè vendere i Bot e Btp, far alzare lo spread e creare una nuova crisi finanziaria nel Vecchio Continente. Non a caso Mario Draghi, il governatore uscente della Bce, ha liquidato l'operazione in maniera molto netta: «O sono moneta, e quindi sono illegali, o sono debito, e quindi aumentano il debito pubblico. Nient'altro».