Super scivolo per i dipendenti Alitalia: tariffe più alte per uscire 7 anni prima

Super scivolo per i dipendenti Alitalia: tariffe più alte per uscire 7 anni prima
di Francesco Pacifico
Domenica 28 Ottobre 2018, 09:50 - Ultimo agg. 13:07
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IL CASO
ROMA L'idea sarebbe stata partorita, per poi essere suggerita al governo, dal management di Alitalia. Anche acuendo non poco le tensioni con i sindacati di categoria e i confederali. Infatti l'esecutivo sarebbe pronto a inserire nel disegno di legge che introduce Quota cento uno sconto di due anni sull'età pensionistica per piloti, assistenti di volo e di terra, portando così a 7 anni il super scivolo. Oggi l'anticipo è di cinque anni, con la possibilità di lasciare il lavoro a 62 anni invece che a 67, come previsto dalla riforma Fornero. Soprattutto la misura dovrebbe essere coperta con il balzello da tre euro che si paga sui biglietti e che oggi finanzia il Fondo di solidarietà del trasporto aereo. Quindi quello deputato all'assistenza e non alla previdenza. Ed è proprio questo il principale nodo nella partita.
Come detto, i vertici di Alitalia avrebbero chiesto al ministro del Lavoro e dello Sviluppo, Luigi Di Maio, di anticipare il pensionamento dei lavoratori del settore volo di due anni rispetto a quanto previsto oggi. In ambienti sindacali si stima che potrebbero avrebbero i requisiti per uscire un centinaio di comandanti e circa il triplo tra assistenti di volo e quelli di terra. Inutile dire che questo paracadute potrebbe tornare utile se, nel salvataggio di Alitalia, fossero necessari nuovi esuberi. Dal governo potrebbe arrivare il via libera, ma ai sindacati non piace la soluzione profilata per la copertura: finanziarla con i fondi garantiti dal balzello di tre euro sui biglietti, che scade il prossimo 31 dicembre e che in questa nuova ottica diverrebbe strutturale.
I rappresentanti dei lavoratori, anche con il ministro Di Maio, avrebbero sottolineato che i tre euro vanno al Fondo di solidarietà del trasporto aereo, che si occupa di prestazioni di natura assistenziale e che, per esempio, garantisce soltanto a 1.500 dipendenti di Alitalia l'integrazione al reddito. Senza questi soldi il Fondo, la cui dotazione è di circa 300 milioni di euro, rischierebbe di saltare. Anche perché, in ottica previdenziale, la tassa sui biglietti finirebbe per finanziare il fondo Volo, quello che eroga le pensioni e che stando alle valutazioni fatte dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, nel 2015 aveva un rosso di circa 6 miliardi di euro. Un disavanzo, secondo i calcoli fatti dall'istituto, dovuto alle generose condizioni pensionistiche garantite alla categoria: il 98 per cento degli assegni in essere, sempre secondo l'Inps, è superiore ai contributi realmente versati da piloti, hostess e tecnici di volo.
IL PRESTITO
Spiegano da fonte sindacale, che un anticipo sul pensionamento «è poco allettante per i lavoratori del settore: vuoi per la presenza di penalizzazioni vuoi per i divieti di cumulo tra lavoro e pensioni. Chi esce, soprattutto se è un comandante, vuole continuare a lavorare anche in quiescenza. O lasciamo i tre euro alla destinazione attuale oppure rischiamo di lasciare senza risorse il Fondo di solidarietà, quindi l'erogazione di tutti gli ammortizzatori sociali».
Intanto si registrano non poche difficoltà nell'operazione di salvataggio di Alitalia. Nei giorni scorsi il cda di Ferrovie, candidato dal ministro Di Maio a entrare nel vettore, avrebbe espresso non pochi dubbi sull'ipotesi di integrazione. A dargli manforte ci ha pensato ieri il titolare dell'Economia, Giovanni Tria: «Per quanto riguarda Ferrovie dello Stato - ha spiegato da Firenze alla Festa del Foglio - sono al 100 per cento statali, ma il ruolo dello Stato è di nominare il consiglio di amministrazione. Poi il consiglio di amministrazione ha la sua autonomia di giudizio e di analisi e farà le sue valutazioni autonomamente».
Francesco Pacifico
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