Sviluppo di Napoli e Campania: patto tra Confindustria e sindacati

Palazzo Partanna, sede dell'Unione industriali Napoli
Palazzo Partanna, sede dell'Unione industriali Napoli
Giovedì 19 Aprile 2018, 11:13
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Una visione strategica per lo sviluppo di Napoli e della Campania. È quanto chiedono prioritariamente Confindustria e Cgil Cisl Uil, che hanno firmato a tal fine due protocolli d’intesa finalizzati alla crescita del territorio: uno per la Città metropolitana di Napoli, l’altro per la regione.

Il raccordo su finalità e obiettivi per il territorio, sulla base di un dialogo tra i vari livelli istituzionali, e tra questi e le parti sociali e produttive, è fondamentale per accelerare e qualificare ulteriormente le progettualità in corso, si legge in una nota: dai patti per Napoli e per la Campania alla zona economica speciale, dal rilancio del sistema portuale agli interventi di rigenerazione urbana per Bagnoli e Campi Flegrei, Napoli Est e Pompei e il centro storico.
In tale quadro, si legge ancora, nel protocollo per lo sviluppo economico della Città metropolitana si sottolinea come un’azione efficace per la risoluzione delle emergenze e la valorizzazione delle opportunità possa fare da leva per rilanciare lo sviluppo dell’intero territorio regionale e dello stesso Mezzogiorno. Di qui l’importanza del piano strategico territoriale della Città Metropolitana, da definirsi con il concorso delle parti economiche e sociali.
Confindustria e Cgil Cisl Uil, nell’intesa regionale come in quella metropolitana, chiedono un vero e organico progetto di sviluppo, dove i corpi intermedi giochino un ruolo attivo: non limitato a sedi concertative formali, ma reso concreto, ed esercitabile pienamente, attraverso spazi di partecipazione alle scelte sulla programmazione.
Al riguardo, il patto della fabbrica, ratificato a livello nazionale lo scorso 9 marzo, conferma nella contrattazione territoriale e aziendale un elemento su cui costruire risposte efficaci per la crescita economica e sociale delle collettività locali, ridisegnando il modello delle relazioni industriali e contrastando anche fenomeni di dumping contrattuale. Le parti sociali e produttive potranno così meglio contribuire al mantenimento, consolidamento e sviluppo delle imprese esistenti, nonché favorire l’attrazione di nuovi insediamenti produttivi, tutelando nel contempo principi e diritti fondamentali: dal lavoro, alla tutela della salute e della sicurezza, alla tutela ambientale.
Tra gli interventi per rilanciare lo sviluppo, individuati dalle parti nel protocollo d’intesa regionale, vi sono: mappatura delle aree dismesse; valorizzazione della formazione e delle competenze, anche attraverso l’alternanza scuola lavoro e i contratti di apprendistato per il conseguimento di una qualifica professionale; semplificazione e definizione di tempi brevi  per l’iter amministrativo dei nuovi investimenti; monitoraggio efficace e accelerazione della spesa dei fondi comunitari; contrasto all’evasione e agli sprechi di risorse pubbliche.
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