Svolta Campania, crisi superata grazie al turismo. Ma l'anello debole resta l'edilizia

Svolta Campania, crisi superata grazie al turismo. Ma l'anello debole resta l'edilizia
di Gianni Molinari
Giovedì 16 Novembre 2017, 10:20
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La Campania sta lentamente, ma decisamente, transitando nel mondo dell'economia post-crisi: da un lato l'industria manifatturiera guarda (e con soddisfazione) ai mercati internazionali, dall'altro si sviluppa il mondo dei servizi intorno a un solido boom turistico che - per la prima volta - Bankitalia quantifica in valori importanti, anzi importantissimi. Cifre doppie soprattutto per quanto riguarda la spesa dei visitatori. Certo per l'intera economia i livelli pre-crisi restano lontanissimi: la recessione è costata alla Campania una flessione del 14,9 per cento del Pil, il doppio dell'intero Paese (7,9%) e tre punti più di tutto il Mezzogiorno (11,9%). E anche il 2,4% di crescita stimato per il 2017 dalla Svimez è solo un altro passo per risalire la china. L'aggiornamento congiunturale presentato ieri dalla sede di Napoli della Banca d'Italia dal direttore Antonio Cinque e dal responsabile della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale, Paolo Emilio Mistrulli, contiene anzitutto la conferma che anche il 2017 sarà un anno di crescita, probabilmente meno intensa rispetto al 2016, con l'occupazione che ha già registrato un positivo +3,2% (molto condizionato dai contratti a tempo determinato), ma anche la crescita della disoccupazione, segno che c'è la percezione di un migliorato clima economico tale da portare anche chi si era volontariamente escluso dalla ricerca di un lavoro a provarci nuovamente. Altri segnali positivi sono le esportazioni (con il caso in controtendenza, particolarissimo dovuto alla contrazione dei prezzi dei prodotti alimentari) che tengono, il finanziamento alle imprese e alle famiglie e il miglioramento della qualità del credito: ormai è quasi allineato ai valori pre-crisi permettendo una riduzione dei tassi di interesse. In questo quadro permane la difficoltà delle costruzioni. C'è stato un piccolo miglioramento ma la ripresa del mercato immobiliare - influenzata da condizioni più stabili del reddito delle famiglie - è ancora limitata e il numero di transazioni ancora lontanissimo dai livelli - sicuramente gonfiati - pre-crisi. Sulla base del sondaggio della Banca d'Italia condotto tra settembre e ottobre su un campione di aziende campane con almeno 10 addetti, «la quota di imprese che indicano un calo della produzione nel 2017 è risultata superiore a quella degli operatori che ne segnalano un aumento». Le aspettative per il prossimo anno «appaiono moderatamente più favorevoli, sostenute anche dalla ripresa dei bandi di opere pubbliche che nel primo semestre, come rilevato dal Cresme, sono aumentati del 9,1 per cento sul periodo corrispondente dell'anno scorso».
 
Tutti segni che l'economia nei prossimi anni avrà da un lato un'industria sempre più specializzata e forte che guarderà ai mercati internazionali, dall'altro un sistema complesso di servizi intorno al turismo. L'export nel primo semestre del 2017 è cresciuto del 2,3 per cento rispetto al periodo corrispondente dell'anno precedente, anche se al netto delle vendite all'estero dei farmaci «che risentono dell'elevato volume di scambi riconducibili a relazioni di fornitura all'interno di filiere internazionali di produzione», le esportazioni campane sono aumentate in misura ampiamente inferiore (1,1 per cento) grazie all'espansione delle esportazioni regionali, che è stata sostenuta anche dall'automotive. Dall'altro lato sono i numeri del turismo straniero che impressionano. A Napoli - secondo l'indagine di Bankitalia (che usa un vecchio e provato metodo dell'Ufficio Italiano Cambi usato all'epoca della lira per studiare i movimenti del denaro) - sono cresciuti nei primi sette mesi del 2017 dell'11,4%, a Salerno del 37,5, ma Napoli pesa per il 74,1% contro il 19,8 di Salerno: entrambe le province in crescita sia come presenze sia come quote. Ma quello che è più interessante è la progressione della spesa: più 28,5% nei primi sette mesi del 2017 dopo un altro più 27,8% nel 2016. A questo bisogna aggiungere l'aumento dei pernottamenti pari al 27,8%. Dati che potrebbero stupire. Ma che non sono, in fondo, una novità: nei primi nove mesi dell'anno il traffico passeggeri nell'aeroporto di Napoli è cresciuto del 23,9%. Numeri non frutto del caso ma di una politica di attrazione delle compagnie aeree che ormai collegano Napoli e la Campania a un centinaio di città, molte delle quali, oltre alle capitali, poli di attrazione regionale che con i collegamenti diretti hanno aperto nuovi e ricchi mercati. Benvenuti a Napoli.