Fumata bianca per la nomina di Luigi Gubitosi ad amministratore delegato di Tim. L'investitura avverrà nel cda convocato per oggi pomeriggio, che sarà preceduto da un comitato nomine e remunerazioni in mattinata per la designazione ufficiale. La giornata di ieri è stata cruciale per sventare la reggenza del presidente Fulvio Conti fino all'assemblea. Dapprima infatti Alfredo Altavilla ha ritirato la propria candidatura, lasciando spazio al solo Gubitosi, attuale commissario straordinario di Alitalia, sul quale tuttavia si faticava a trovare la convergenza di una maggioranza, potendo il manager, in un primo momento, contare su solo sei voti potenziali. Fondamentale è stato quindi l'intervento del presidente Conti, che ha organizzato nel pomeriggio, una call fra i dieci consiglieri espressi da Elliott. Nel corso della conferenza telefonica, durata circa tre ore, Conti sarebbe riuscito a vincere le resistenze dello stesso Altavilla, Massimo Ferrari e Rocco Sabelli, che avrebbe preferito che la tematica del nuovo ad, data la formazione del consiglio di soli indipendenti, venisse demandata all'assemblea. Sabelli però potrebbe astenersi come ha fatto sulla sfiducia di Amos Genish.
Rilevante sarebbe stata anche la moral suasion dei rappresentanti internazionali di Elliott, che hanno vissuto con grande irritazione la spaccatura in seno al cda, vista come un rilevante danno reputazionale. Gubitosi ha una profonda esperienza nel settore delle tlc e dei media, avendo guidato Wind e la Rai, e potrà quindi trattare nel migliore dei modi lo scorporo della rete Tim auspicato dal governo e la successiva fusione con Open Fiber per creare una rete unica. Gubitosi avrebbe già svolto alcune valutazioni al riguardo e il suo operato con le istituzioni in Alitalia dovrebbe costituire un buon viatico per le trattative con il governo. Sullo scorporo della rete convergono infatti gli interessi sia di Elliott che di Palazzo Chigi: secondo il documento programmatico del fondo Usa, la separazione della rete di accesso potrebbe «far emergere oltre 7 miliardi di valore nascosto» per Tim. Il governo punta a creare una rete unica per eliminare le inefficienze derivanti da una duplicazione di investimenti e a tal fine ha presentato un emendamento al decreto fiscale che rafforza i poteri dell'Agcom in tal senso. Le sfide di Gubitosi non si limiteranno tuttavia alla rete, ma si focalizzeranno anche sulla riduzione del debito e sul miglioramento degli indicatori commerciali. In ogni caso, per la prima volta nella storia di Tim, un ad sarà eletto non all'unanimità, visto che i consiglieri di Vivendi voteranno quasi certamente contro. E nei prossimi giorni Vincent Bollore non starà a guardare: alla media company transalpina non è parso vero vedersi servire un assist come la spaccatura, poi ricomposto, del fronte Elliott per organizzare la controffensiva. Vivendi potrebbe quindi chiedere la convocazione di un'assemblea in tempi molto rapidi, secondo alcuni già in occasione del cda convocato per il prossimo 6 dicembre. Un eventuale vittoria di Vivendi ribalterebbe nuovamente la situazione.
Nuovo amministratore delegato Tim, Gubitosi a un passo dal traguardo
di Rosario Dimito
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Domenica 18 Novembre 2018, 09:00 - Ultimo agg. :
23:41
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