Whirlpool Napoli, arrivate nove offerte ma nessuno vuole tutti gli operai

Whirlpool Napoli, arrivate nove offerte ma nessuno vuole tutti gli operai
di Valerio Iuliano
Venerdì 3 Luglio 2020, 08:30 - Ultimo agg. 10:35
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Whirlpool conferma la chiusura dello stabilimento di Napoli per il 31 ottobre 2020, mentre Invitalia annuncia la presenza di nove potenziali acquirenti. Ma i sindacati giudicano deludente il vertice di ieri e accusano il governo di aver abbandonato i metalmeccanici partenopei. L'incontro in videoconferenza, a cui hanno partecipato il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, Invitalia, l'azienda, la Regione Campania e le parti sociali, non ha avuto gli effetti sperati dai lavoratori. Nel corso del vertice, che era il primo dopo cinque mesi di stop, è emersa nuovamente la volontà del governo di puntare sulla reindustrializzazione del sito, attraverso la ricerca di nuovi acquirenti. Un compito affidato ad Invitalia, che ieri ha illustrato il piano. Sono state escluse definitivamente, dunque, tutte le ipotesi di una permanenza della multinazionale a Napoli, peraltro sempre smentite da Whirlpool.
 

 

«L'identificazione di soluzioni di reindustrializzazione dell'area e l'attivazione dei canali nazionali e internazionali» è la premessa del progetto targato Invitalia. «Le politiche di lockdown - spiegano dall'Agenzia Nazionale - hanno rallentato nel mondo l'attività di scouting, in particolare nei paesi asiatici. Ma a maggio e giugno sono ripresi i contatti con i potenziali investitori a livello internazionale. L'obiettivo è quello di identificare più soluzioni possibili per il supporto alla reindustrializzazione e e per la valorizzazione delle competenze dei lavoratori». Tra le informazioni fornite da Invitalia agli investitori, figurano «le agevolazioni che governo e Regione Campania mettono a disposizione». Invitalia ha illustrato poi i punti di forza del progetto. «La localizzazione strategica di Napoli, un ecosistema di eccellenza dal punto di vista dell'attività universitaria e di ricerca, le elevate competenze dei lavoratori ed il supporto di Whirlpool» sono le motivazioni che rendono possibile la riconversione. «Ad oggi ci sono pervenute - hanno spiegato i rappresentanti di Invitalia - nove potenziali ipotesi di intervento, anche se non pienamente dettagliate. Di queste, circa la metà ha confermato l'interesse e sta continuando ad approfondire le proprie ipotesi». Tuttavia nessuna di queste possibilità - ed è questo il punto più critico - «appare come la soluzione in grado di assorbire l'intero organico, ma operando per filiere attivabili possono rappresentare la soluzione attesa per la valorizzazione delle competenze del personale». La ricerca di nuovi investitori proseguirà ed entro il 31 luglio, data del prossimo vertice, saranno approfondite tutte le ipotesi, «con l'obiettivo di presentare soluzioni concrete supportate da business plan». Il ministro Patuanelli fa sapere che «stiamo costruendo con Invitalia un possibile piano B. Resta intesa la prima opzione di individuare gli strumenti necessari per mantenere la produzione a Napoli. Non possiamo dire che tutti gli esempi di reindustrailizzazione in Italia siano falliti». 
 

Il progetto del governo è stato rifiutato in blocco dai sindacati. «Il governo - ha spiegato il segretario generale della Uilm Campania Antonello Accurso - sta scaricando Napoli dopo un anno di lotta. Abbiamo ancora nelle orecchie le parole del ministro Di Maio che prometteva sanzioni per impedire il disimpegno di Whirlpool. Oggi Patuanelli si dimostra impotente e non riesce a contrastare le decisioni della multinazionale. Se questo è il modo di affrontare le vertenze da parte di chi proponeva di cambiare la politica e fare delle coerenza la sua bandiera, oggi sulla Whirlpool di Napoli dobbiamo constatare la morte di questo progetto politico». I leader dei sindacati campani ribadiscono la necessità di rispettare gli accordi sottoscritti tra la multinazionale ed il governo ad ottobre 2018, che prevedevano il potenziamento del sito di Via Argine. Per la segretaria nazionale di Fiom-Cgil Barbara Tibaldi «il tavolo è stato insoddisfacente e fuorviante. Quando il Ministro Patuanelli parla di un impegno diretto del Governo a trovare una soluzione, deve intendere che la politica dimostra di avere una interlocuzione autorevole con le multinazionali in grado di trovare gli strumenti necessari per farle restare nel nostro Paese». E per il segretario generale della Uil Campania Giovanni Sgambati «il governo non sta contrastando la decisione di Whirlpool. Dopo un anno i lavoratori di napoli non meritano questo comportamento». Mentre il leader di Fim Cisl Campania Biagio Trapani spiega: «Non siamo disponibili a soluzioni che lascino nell'incertezza i lavoratori. Il tempo sta scorrendo senza soluzioni vere».

L'assessore al Lavoro della Regione Campania Sonia Palmeri parla di «rassegnazione del Mise» e chiede che l'azienda «prenda seriamente in considerazione la disponibilità della Regione a mettere in campo 20 milioni per siglare un accordo di programma che rilanci il sito di via Argine, mantenendo produzioni e livelli occupazionali».

Laconica la posizione della Whirpool: l'ad La Morgia ha fatto sapere di aver già «avvisato i fornitori».

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