La gloriosa produzione di lavatrici nel sito di via Argine - con oltre 70 anni di storia - cederà il posto a quella di sistemi di refrigerazione. È il risultato di un'intesa tra Whirlpool e la società PRS, con sede a Lugano. L'atto di cessione del ramo d'azienda sarà perfezionato entro il 31 ottobre 2019.
«L'operatore individuato per realizzare la nuova missione del sito - spiega Whirlpool - è PRS, una società leader nel settore della termodinamica finalizzata alla conservazione e al trasporto intermodale di prodotti deperibili, che ha sviluppato un brevetto unico nel campo dei container refrigerati. PRS ha elaborato un progetto di riconversione che individua nello stabilimento di Napoli una struttura idonea alla produzione di sistemi di refrigerazione passiva. La nuova missione sarà in grado di mantenere gli attuali livelli occupazionali». I dettagli dell'operazione saranno resi noti nelle prossime settimane. «Whirlpool e PRS - fa sapere ancora la multinazionale americana - sono disponibili a effettuare con i sindacati e le controparti istituzionali l'esame congiunto del trasferimento del ramo d'azienda e del piano industriale che garantirà nuova vita allo stabilimento di Napoli e ai suoi 410 dipendenti».
Il piano di Prs, una società costituita nel 2012 che ha tra i dirigenti Alberto Ghiraldi, Rodolfo Pradella e Rodolphe Schmid, è basato sulla partnership con una cordata cinese che ha fornito i bervetti tecnologici, che saranno acquisiti dall' ex direttore generale di Italcementi Frigerio. L'accordo prevede che la società cinese - di cui non si conosce il nome - acquisti poi la produzione. Per l'investimento sostenuto la società conta di pareggiarlo entro il 2020. «Whirlpool EMEA è sin da ora impegnata a sostenere un costo significativo dell'operazione di vendita, quantificabile in 20 milioni di euro, per la nuova missione del sito di Napoli». Mentre altri 5/7 milioni circa arriveranno da Ghilardi e Pradella. A via Argine ci saranno 2 aree produttive, un' «isola per produrre i cassoni» ed una linea per i motori dei sistemi di refrigerazione. Per allestire l'area occorreranno circa sei mesi (i lavoratori andranno in cassa integrazione guadagni straordinaria). PRS si impegnerà ad assumere tutti i 410 lavoratori ma chi volesse scegliere di andare via potrà farlo perché la nuova società metterà a disposizione «cifre consistenti».
L'operazione di riconversione del sito partenopeo è tutta da verificare. Non mancano i dubbi sia sui tempi dell'operazione (la società prevede un ottimistico punto di pareggio già nel 2020, con pochi mesi di produzione considerato lo stop per riprogettare gli impianti) sia sulle possibilità di allestire un'area per i sistemi di refrigerazione in un sito da sempre attrezzato per la produzione di lavatrici. Ma la multinazionale americana si dice convinta della bontà della nuova missione. Un cambiamento radicale. Moltissime incognite gravano anche sul futuro dei circa 1000 lavoratori dell'indotto.
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