Enrico Vanzina: l’arrivo del Prof Mario Draghi nel Paese (a)normale

Enrico Vanzina: l’arrivo del Prof Mario Draghi nel Paese (a)normale

di Enrico Vanzina
Mercoledì 10 Febbraio 2021, 00:28 - Ultimo agg. 16:22
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Naturalmente, con l’arrivo a Roma di Mario Draghi è cambiato tutto. Lo hanno capito anche quelli che continuavano, chi più chi meno ostinatamente, a far finta di non capire. Faccio una breve lista: Beppe Grillo & Company che lo avevano indicato come il totem del mondo finanziario ostile alla decrescita felice, Matteo Salvini che si teneva alla larga dall’europeismo con una certa nostalgia per la Lira, Silvio Berlusconi che accendendo troppo i fari sul suo Draghi forse temeva di vedere un po’ oscurata la leadership della sua centralità moderata, Nicola Zingaretti che pur di sostenere la sua centralità parlamentare aveva puntato tutto sull’avvocato Conte.

E in un tripudio di quasi senza se e quasi senza ma, si sono accodati tutti. Meloni esclusa, anche se qualche “ni” le scappa comunque. Una rivoluzione copernicana, ma da racconto di Andersen, dove un bambino candido esclama: “Il Re è nudo”. Con l’arrivo di Mario Draghi tutta la politica italiana si è accorta che il Paese era nudo. Senza abiti. Nudo, nemmeno in mutande.

Quelli che erano al potere hanno iniziato a balbettare: “Certo, adesso bisogna fare questo, quest’altro, quest’altro ancora…”. Perché non lo hanno fatto prima? E quelli che si opponevano adesso dicono: “Certo, qualcosa di buono è stato fatto, ragioniamo, manteniamo…”.

Prima non potevano fare meno casino? Improvvisamente, tutti si sono accorti che possiamo tornare ad essere un Paese normale. Dove per normale significa tornare a dire cose sensate. Come è possibile aver vissuto con ministri al potere che ammettevano di non sapere niente di quello che dirigevano? Come è possibile aver accettato cambi di schieramento a trecentosessanta gradi? Come è possibile aver ascoltato proclami di odio reciproco, poi diventati amore? Come è possibile aver visto gli incendiari diventare pompieri? La sinistra diventare democristiana? La destra prendere voti in periferia e gli ex comunisti diventare gli eroi della borghesia chic? Poi, è arrivato Mario Draghi e tutto è diventato diverso. Più normale. Più semplice. Più comprensibile. La lungimiranza del presidente Mattarella ha strappato il sipario.


Certo, qualche dubbio rimane. A me, l’arrivo trionfale a Roma di Mario Draghi, ha ricordato un famoso (geniale) racconto di Ennio Flaiano: “Un Marziano a Roma”. Nel quale Kunt, un piccolo marziano, atterra con la sua astronave a Roma. Suscitando stupore e un’enorme curiosità. La sua presenza infatti desta, almeno inizialmente, grande scalpore tra i cittadini e nei media: tutti desiderano vederlo, salutarlo, parlargli, intervistarlo. Passato tuttavia un po’ di tempo e svanito un po’ alla volta l’effetto della novità, i romani si abituano a vederlo e iniziano a ignorarlo. Ormai nessuno gli bada più e il marziano si aggira solitario e malinconico per le vie della città. Deciso a ripartire.


Questo è il rischio vero: la provocazione anticipata da Flaiano. Il professor Mario Draghi è arrivato anche lui da mondi lontani, talmente lontani e avanzati che la sua presenza tra noi è stata subito vista quasi come un miracolo. E’ arrivato il salvatore, ci siamo detti, l’uomo che possiede forse super poteri per rimettere a posto i guai che ci angustiano. Qui tutto stava marcendo e adesso lui rimetterà le cose a posto. Lo abbiamo acclamato. Tutti si sono inginocchiati e gli hanno aperto una linea di credito assoluta. Ma la domanda l’aveva posta il grande scrittore abruzzese: quanto durerà questa sbornia collettiva della politica? Seguirà il buon senso o tornerà ad affidarsi al cinico dilettantismo degli irresponsabili? Vincerà l’egoismo di parte o la voglia di tornare ad essere una collettività che marcia unita? Sempre parafrasando Flaiano ,“la situazione grave continuerà a non essere seria?”.

Questo è il dubbio. Il racconto di Ennio finisce con Kunt, deluso, che vuole ripartire. Ma teme di non ritrovare la sua astronave che gli albergatori (i quali lo avevano ospitato gratis) hanno fatto pignorare. Come ha scritto un intelligente critico: “Nel nulla virtuale niente finisce per avere più un senso:  non resta che abbandonare il pianeta e  lasciare Roma e la sua società, guidata da gente che continua a interessarsi e a dibattere sul niente”. Speriamo che Mario Draghi non sia un marziano costretto a tornare nel pianeta Europa da dove proviene. Perché noi torneremmo ad essere nudi. Come ci ha svelato il suo arrivo luminoso.

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