Omicidio Colleferro, le regole dell'MMA che ispirano i violenti

Omicidio Colleferro, le regole dell'MMA che ispirano i violenti

di Alessandro Orsini
Giovedì 10 Settembre 2020, 07:29 - Ultimo agg. 19:46
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Uno dei fatti umanamente più dolorosi che accompagna le morti per rissa è l'incubo vissuto dai familiari in cerca di giustizia. Siccome una rissa coinvolge molte persone, ha inizio una girandola di false testimonianze e ritrattazioni che crea un'impressione insopportabile: l'impressione che la vittima sia morta da sola. A ogni nuova testimonianza, che indica un colpevole diverso, i familiari della vittima vengono nuovamente straziati. Sta accadendo anche con l'omicidio di Willy.
 

Omicidio Colleferro, l'MMA e le palestre che addestrano bulli e delinquenti



Per fortuna, il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Boccarrato, sta facendo chiarezza: i responsabili principali dell'omicidio, almeno per ora, sono i fratelli Bianchi. La nostra solidarietà per i familiari di Willy è totale. Tuttavia, in questa sede, vogliamo capire come utilizzare il nostro dolore per migliorare la società in cui viviamo. L'omicidio di Colleferro solleva due problemi, che richiedono l'intervento della politica.

Il primo problema è che abbiamo scoperto che alcune o forse molte palestre di MMA (mixed martial arts) addestrano bulli e delinquenti. Che non tutti siano cattivi maestri è un'affermazione ovvia quanto inutile. I cattivi maestri di arti marziali sono infatti una minaccia per la società, anche se sono pochissimi, per la semplice ragione che un professionista di MMA o di Karate può uccidere una persona con un colpo solo.

Ricorreremo a un esempio per amore di chiarezza. Immaginiamo che soltanto dieci maestri su mille siano cattivi. Sebbene siano pochi in proporzione, i dieci maestri, che addestrano bulli e delinquenti, rappresentano ugualmente una minaccia, proprio perché può bastare un calcio di MMA per provocare un morto. La politica deve imporre ai maestri di arti marziali, e anche alle palestre, di assumersi la responsabilità dei comportamenti dei loro allievi violenti.

Alessio Sakara, il più grande campione italiano di MMA, si è giustamente domandato come mai il maestro di Colleferro non abbia espulso i fratelli Bianchi, noti per il loro bullismo. Le parole di Sakara sono belle e importanti. Si sappia, però, che i progressi sociali sono davvero duraturi se si trasformano in leggi o in regolamenti scritti, con potere sanzionatorio. Soltanto la scrittura di nuove regole nell'MMA può rendere il nostro dolore utile ai Willy di domani.
 

Willy Monteiro, cosa è la MMA: "Si può colpire chi è a terra. In mano a un kamikaze diventa un'autobomba"

acronimo di Mixed Martial Arts, ossia Arti Marziali Miste.

Questa la disciplina praticata dai due fratelli arrestati per la morte di Willy Monteiro Duarte a Colleferro . Per comprendere di cosa si tratta, abbiamo raggiunto Enrico Luciolli, esperto di arti marziali con 26 anni di percorso e carriera, nonché creatore di InWarrior, sistema di combattimento per la Difesa Personale.


I sentimenti morali, una volta che abbiano prodotto una legge scritta, diventano una forza esterna e coercitiva rispetto agli individui, che fa sentire i suoi effetti benefici anche quando il dolore collettivo svanisce. Quale regolamento stanno scrivendo le palestre di MMA contro i cattivi maestri e i loro allievi violenti? Se un simile regolamento esiste, non ha funzionato. I comunicati di cordoglio delle associazioni di MMA non bastano. La loro teoria della mela marcia è superficiale e autoassolutoria. Le associazioni di MMA potrebbero intitolare una palestra in ogni città d'Italia a Willy. Questo sarebbe un gesto tangibile di solidarietà.

Il secondo problema è che l'MMA ha introdotto una novità morale nella cultura delle risse di strada. Questa novità consiste nel ritenere lecito colpire un avversario a terra senza forze. L'MMA è l'unico sport di combattimento a prevedere una regola di questo tipo. Il combattente può colpire persino l'avversario svenuto nella gabbia, se l'arbitro non interviene prontamente. È infatti frequente vedere simili immagini negli incontri di MMA.

Chi scrive, oltre a essere un profondo conoscitore di arti marziali, ha anche condotto ricerche etnografiche nel mondo dell'MMA, poi sfociate in libri pubblicati negli Stati Uniti (Sacrifice, Cornell University Press).

Il problema di tenere a bada i violenti è sempre esistito. Ma l'MMA introduce nuovi valori, o disvalori, e una violenza enorme, mai vista prima. Questo problema non può essere nascosto accusando i giornalisti di fare di tutta l'erba un fascio. L'MMA non è il karate giapponese o il kung-fu cinese. È uno sport che ha avuto grande successo negli Stati Uniti, una società bellissima sotto tanti aspetti, ma con un livello molto elevato di violenza (si pensi alle stragi nelle scuole e non solo).

L'entusiasmo americano per l'MMA non deve stupire: gli Stati Uniti dominano il mondo e devono avere una forte predisposizione psicologica a combattere sempre nuove guerre, anche nucleari. È un circolo vizioso: la violenza predispone alle guerre e le guerre predispongono alla violenza. Ma l'Italia è il Paese più pacifico del mondo.
Gli italiani non hanno bisogno né di passeggiare con la pistola in tasca, né dell'MMA, un prodotto d'importazione americana. I partiti dovrebbero dire queste verità evidenti. Una società non vive di sole leggi scritte, ma anche di un'autorità morale, fatta di modi di pensare e di sentire.

orsini@mit.edu

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