Comizio M5s, Conte: «Ci davano per morti, siamo in buona salute. Elezioni di portata storica»

Il comizio di chiusura nella Capitale

Comizio M5s, Conte: «Ci davano per morti, siamo in buona salute»
Comizio M5s, Conte: «Ci davano per morti, siamo in buona salute»
Venerdì 23 Settembre 2022, 18:45 - Ultimo agg. 20:48
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«Ci avevano dati per morti. Questa piazza però mi sembra sintomo di buona salute. Ancora una volta si sono sbagliati». È racchiusa in queste poche parole di Giuseppe Conte la parabola fortunata con cui il leader M5s arriva al voto di domenica. A Roma in una piazza santi Apostoli, più piccola delle solite piazze 5 Stelle ma gremita come ai vecchi tempi, nessun simbolo sul palco ma sullo sfondo e sui maxi schermi campeggia il logo «Dalla parte giusta. Conte presidente». 

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Affondo contro il governo

Una campagna no logo, dove manca pure la tradizionale benedizione di Beppe Grillo, riaffiora il vecchio e il nuovo popolo 5 Stelle, le bandiere del Movimento mischiate a quelle del popolo Lgbt, le antiche parole d'ordine: «onestà, onestà» invocate e dirette ai big del passato, quelli del secondo mandato che non si ricandideranno, come Alfonso Bonafede, Roberto Fico e Paola Taverna.

Sul palco i temi che Conte ha portato in campagna elettorale: in apertura, prima dell'intervento vero e proprio, parla di lavoro, pensioni, ambiente. Non cita subito il reddito di cittadinanza, tema su cui non intende appiattire il Movimento. Non manca però l'affondo contro il governo dei migliori: «ci hanno detto o pace o condizionatori ma la pace è scomparsa dai radar, abbiamo spento i condizionatori e ora dobbiamo spegnere pure il riscaldamento. Che gran successo!». 

Il valore delle elezioni

Ed è sul filo dell'ironia che anche Paola Taverna torna alla sua antica verve. Se la prende con tutti e della destra dice: «qualche esponente ogni tanto inneggia Hitler oppure si fa la foto con il braccio alzato. Loro la chiamano goliardia! E io che sono stata attaccata anni per farmi vergognare delle mie origini....». La chiusura della campagna elettorale a Roma, nella modalità tipica del Movimento, con la liturgia ereditata dalle oramai passate kermesse di Italia 5 Stelle sembra la rappresentazione plastica dell'evoluzione pentastellata. Un percorso andato avanti per strappi per poi tornare alle origini. La corsa verso il voto, partita questa estate nel tentativo di salvare il salvabile del Movimento, di rassicurare lo «zoccolo duro» degli attivisti rimasti fedeli al partito a dispetto dell'abbraccio fatale con Draghi, che tante perdite già aveva provocato, è andata molto oltre le aspettative.

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Nei sondaggi, che da giorni non sono più diffusi ma che vengono scrutati con attenzione dai diretti interessati, il Movimento viene accreditato in ascesa di settimana in settimana. Ora il sogno di Conte è quello di arrivare al foto-finish su filo di lana con il Pd. Un obiettivo che accarezza da giorni lanciando messaggi rivolti al «popolo democratico» e non solo progressista e, soprattutto, tifando apertamente per un cambio al vertice del Nazareno, condizione indispensabile per poter riavviare quel dialogo chiuso «con questo attuale gruppo dirigente». E in piazza, tra gli attivisti, spuntano anche i volti degli ex parlamentari di Leu, Loredana de Petris e Stefano Fassina, nonché l'ex leader dei Verdi Alfonso Pecoraro.

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