Elezioni Quirinale, la mossa di Salvini: anche se passa Draghi niente urne anticipate

Il leader spazza via le voci sull’uscita dal governo e rilancia sul programma

Colle, la mossa di Salvini: anche se passa Draghi niente elezioni anticipate
Colle, la mossa di Salvini: anche se passa Draghi niente elezioni anticipate
di Marco Conti
Sabato 8 Gennaio 2022, 10:21 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 14:18
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Alla fine è stato costretto a prendere carta e penna per spiegare che la Lega non intende uscire dal governo e quindi che sono altri che vorrebbero metterli fuori. Il chiarimento che Matteo Salvini affida alle agenzie avviene tre giorni dopo il burrascoso consiglio dei ministri che ha imposto l'obbligo vaccinale agli over50.

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LA STIMA

Una misura che al leader della Lega non piace. Ma Draghi ha tirato diritto e ha fatto deglutire anche al Pd la riapertura delle scuole sulla quale sta ora conducendo una battaglia soprattutto con il dem Vincenzo De Luca. «La Lega intende rimanere dov'è, con Mario Draghi a Palazzo Chigi, per completare il lavoro».

Una precisazione - quella messa nero su bianco dalla segreteria di Salvini - che può essere letta come un simul stabunt, simul cadent, e quindi sto al governo solo se c'è Draghi, ma poi aggiunge che «il partito è al lavoro su dossier urgenti e che toccano nel vivo famiglie e imprese», come il nucleare pulito e l'immigrazione, e che serve «un cambio di marcia». Una sorta di mini manifesto-programmatico in vista dell'ultimo anno di legislatura. Due argomenti complessi che necessitano di tempi lunghi, ma «la Lega è un partito con una radicata tradizione di governo: amministra da decenni centinaia di comuni e regioni importanti, e quando Matteo Salvini è stato vicepremier e ministro la Lega ha saputo raddoppiare i consensi nel giro di un anno». E se il governo non ha eroso le percentuali della Lega non si comprende perché dovrebbe lasciare il governo o interrompere la legislatura come vorrebbe qualcuno a sinistra.

Poche righe che hanno come obiettivo di far mettere il cuore in pace a chi immagina, di nuovo, una maggioranza Ursula - centrosinistra e FI - che non esiste perchè la Lega non vuole farsi da parte e perché, data l'attuale legge elettorale, i tre ministri azzurri non resterebbero un minuto in più nella maggioranza senza il Carroccio.

Salvini mette così in chiaro che intende stare al tavolo principale dove si discute del prossimo inquilino del Quirinale, ma anche del futuro del governo. Non fa mistero di preferire che Draghi resti dov'è, ma non perché occorre lasciare tutto così com'è, visto che invoca «un cambio di passo», ma perché Salvini crede che prima di arrendersi a Draghi c'è lo spazio per tentare una mediazione su altri nomi verificando se ci sono i numeri.
Nella nota non c'è «la legislatura deve finire a tutti i costi» invocata dai grillini, ma un passo decisivo proprio nei loro confronti. E anche del Pd di Enrico Letta che giovedì riunirà la direzione del partito per avere il mandato a trattare per un Capo dello Stato di tutti e ricostruire le condizioni per non interrompere la legislatura. Il giorno dopo si incontreranno i leader del centrodestra e il prossimo lunedì Giuseppe Conte si ritroverà con lo stato maggiore del Movimento e con i gruppi parlamentari. Con la prossima settimana qualcosa inizierà a muoversi ed è sempre più evidente che non esistono intese privilegiate negli schieramenti ma che tutti parlano con tutti e che il nodo del governo è importante quanto, se non più, della scelta del presidente della Repubblica.

LA PARTITA

D'altra parte Salvini, impedendo la nascita del Conte-ter, è stato uno dei principali artefici dell'attuale governo e ha tre ministri, Giorgetti, Garavaglia, Stefani, fortemente radicati in quel Nord del Paese che, dopo il Papeete, ha accolto con estrema soddisfazione il ritorno del Carroccio al governo. Con Giorgetti il leader della Lega condivide l'analisi sulla perdita di spinta dell'attuale governo, ma continua a cercare alternative a Draghi anche per evitare che l'unica alternativa del centrodestra, e soprattutto della Lega, sia quella di giocare sino in fondo la partita sul nome di Berlusconi. Il Cavaliere non sembra avere intenzione di mollare, malgrado le forti perplessità di alcuni e più fidati consiglieri. L'ex premier è convinto di avere i numeri ed è sicuro di riuscire a raccogliere nell'urna tutti i voti del centrodestra. Attuale e passato.
 

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