Homeless italiani a Londra, più di un centinaio vivono in povertà estrema

Un senzatetto che dorme su una panchina
Un senzatetto che dorme su una panchina
Venerdì 2 Novembre 2018, 18:29 - Ultimo agg. 3 Novembre, 16:17
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L’Italia è il quarto paese europeo per numero di senzatetto che vivono lungo le strade di Londra dopo Romania, Polonia e Lituania. Lo dice il "rapporto Italiani nel mondo" a cura della "fondazione Migrantes" presentato nei giorni scorsi a Roma, che contiene un capitolo dedicato alla comunità italiana nella capitale inglese. Sono almeno 126 gli italiani che vivono lì in povertà estrema, come si legge nell'articolo del quotidiano online "Londra, Italia".

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«L’indagine che ho voluto condurre - spiega la girnalista Francesca Marchese che ha lavorato al "rapporto italiani nel mondo" - non è basata solo sul  raccontare storie di chi ci ha provato ed è finito fuori strada, ma spiegare soprattutto che ci sono strumenti a disposizione per ritornare in carreggiata, messi a disposizione sia dal governo britannico che dal nostro italiano, ma che spesse volte non si conoscono. Il rischio è che si entri in un vortice dal quale poi non si esce più col risultato di finire per strada senza fissa dimora, e senza neppure la capacità economica di rientrare in Italia». Ad esempio, spiega la giornalista nella sua indagine, la parrocchia italiana di St. Peter è attiva con il progetto “St. Peter Project” che fornisce assistenza ad alcolisti, tossicodipendenti ed ex detenuti, e con il progetto di orientamento “Benvenuti a bordo” attraverso il quale si stima abbia offerto aiuto a piú di 6 mila persone dal 2013 a oggi; un progetto che intende offrire un quadro veritiero di Londra, che parte dalla difficoltà di pagare un affitto se non si ha un lavoro adeguato, al non riuscire a utilizzare i trasporti pubblici tra i più cari al mondo perché non si hanno abbastanza fondi a disposizione. Tra i progetti più rilevanti ci sono anche quelli della Comunità di Sant’Egidio UK, che distribuisce pasti caldi ai senzatetto in alcuni quartieri della capitale. «La coordinatrice è Emanuela Russo – continua Francesca – e ogni sabato arruola 40 volontari sia italiani che di altri paesi nelle zone di Victoria, Gloucester, Tottenham e Piccadilly. E per incontrare, purtroppo, quasi sempre gli stessi volti chiamandoli per nome e consegnando loro dei pasti caldi».

Per approfondire l'argomento potete collegarvi con l'articolo del quotidiano online "Londra, Italia".
 

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