Papà condannato a morte, il giudice dice no alla figlia 19enne: «Non potrà assistere all'esecuzione»

Nel 2005, l'uomo uccise un poliziotto, ma ora chiede al governatore di risparmiargli la vita

Papà condannato a morte, il giudice dice no alla figlia 19enne: «Non potrà assistere all'esecuzione»
Papà condannato a morte, il giudice dice no alla figlia 19enne: «Non potrà assistere all'esecuzione»
di Redazione web
Domenica 27 Novembre 2022, 22:03 - Ultimo agg. 28 Novembre, 08:35
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Una ragazza di 19 anni non potrà assistere all'esecuzione di suo padre, perché secondo il giudice - che cita una legge dello stato del Missouri, negli Stati Uniti - è troppo giovane. Kevin Johnson, il 37enne condannato a morte per aver ucciso un poliziotto nel 2005, quando aveva la stessa età della figlia oggi, il prossimo 29 novembre sarà sottoposto alla pena capitale, e vorrebbe che sua figlia fosse presente nei suoi ultimi istanti di vita.

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Chiede clemenza

Johnson ha chiesto che sua figlia Khorry Ramey possa partecipare, per questo ha presentato una mozione d'urgenza, sostenendo che la legge dello stato, che vieta ai minori di 21 anni di assistere ad un'esecuzione, stia violando i suoi diritti costituzionali.

Johnson che è in carcere da quando la figlia ha 2 anni, ha costruito un legame attraverso visite, telefonate, lettere ed e-mail e Khorry ha portato il figlio appena nato a conoscere il nonno in carcere. «Ho il cuore spezzato perché non sarò in grado di stare con mio padre nei suoi ultimi momenti», ha detto la giovane mamma aggiungendo che suo padre aveva lavorato duramente per riabilitarsi in prigione e che stava pregando affinché il governatore del Missouri gli concedesse clemenza.

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Motivi razziali

Nel 2005 il giovane Johnson 19enne fu condannato per la sparatoria mortale dell'agente William McEntee, padre di tre figli, ma i suoi legali che non contestano la colpevolezza dell'uomo, ritengono che lo stato non gli conceda la salvezza, per motivi razziali.

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