La guerra in Ucraina prosegue senza sosta e la luce in fondo al tunnel non si vede. Per la Russia è un dispendio di risorse economiche, oltre che umane, che a Mosca non avevano previsto. Al Cremlino l'idea di guerra lampo immaginata durante i preparativi è stata spazzata via in fretta. E adesso l'insofferenza, oltre che tra i cittadini, trapela anche nei salotti dei talk show televisivi. Spesso teatro di campagne anti-occidentali, la tv di stato ha fatto da megafono per un attacco durissimo ai giovani russi, che «non vogliono morire in Ucraina», dice l'ex spia Maria Butina, ora membro della Duna. «I giovani che si arruolano svengono se si tagliano un dito», le sue parole.
La Russia ha bisogno di soldati
La Russia sta perdendo centinaia di militari in Ucraina e sono pochissimi quelli pronti a sposare la causa della «operazione speciale» di Putin.
Putin’s Pals Are Furious Younger Russians Don’t Want to Die in Ukraine:
“If you have to die, you only have to do it once... This is a part of your duty as a citizen, as a soldier, as a warrior, as a Russian man.” https://t.co/Ycifjhy9tj— Julia Davis (@JuliaDavisNews) August 5, 2022
Il suo ospite, il politologo Alexander Kamkin, era d'accordo e ha suggerito di condurre una «operazione speciale culturale» in Russia, per convincere le persone ad arruolarsi. Lo scrittore Zakhar Prilepin sulla stessa linea: «Abbiamo davvero bisogno di volontari, non lo nascondiamo. Dobbiamo reintegrare il personale espulso. Nel frattempo, il tema della morte è messo a tacere. In una società motivata dal confort, non si può parlare di morte. Ci si aspetta che tutti vadano in guerra, vincano e tornino vivi. O ancora meglio, si spera di non andarci. Se devi morire, devi farlo solo una volta... Questo fa parte del tuo dovere di cittadino, di soldato, di guerriero, di russo».