Sta meglio Salman Rushdie, lo scrittore de I versetti satanici sotto scorta da oltre trent'anni per la fatwa degli ayatollah iraniani, e vittima di una feroce aggressione due giorni fa a New York. Rushdie, scrive la Bbc, è stato staccato dal respiratore ed è ora di nuovo in grado di parlare: lo scrittore, 75 anni, è stato accoltellato durante il suo intervento in un convegno nello Stato di New York ed era in gravi condizioni di salute. Si trova ricoverato nell'ospedale di Erie, in Pennsylvania.
A confermare la notizia è stato anche l'agente di Rushdie, Andrew Wylie, il quale ieri aveva parlato di danni al fegato, ai nervi di un braccio e soprattutto del rischio che lo scrittore potesse perdere un occhio.
L'aggressore aveva un documento falso
L'aggressore di Rushdie era arrivato un giorno prima dell'evento al quale doveva intervenire lo scrittore al Chautauqua Institution e si era presentato con un documento d'identità falso, ha detto il procuratore distrettuale della contea, Jason Schmidt, spiegando perché gli inquirenti ritengono che l'attacco allo scrittore sia stato «mirato e premeditato». Il procuratore non lo ha precisato ma è probabile che il documento falso sia la patente che è stata trovata addosso Hadi Matar intestata ad un 'martire' degli Hezbollah.
L'avvocato d'ufficio dell'aggressore, Nathaniel Barone, si è lamentato con il procuratore che il cliente è stato lasciato ammanettato in una stazione di polizia per troppo tempo, prima di essere portato davanti a un giudice. «Ha diritto alla presunzione di innocenza», ha detto il legale secondo quanto riportato dall'Associated Press. Il giudice ha stabilito per Matar l'arresto senza cauzione.