Salman Rushdie può parlare, staccato il respiratore: «4 coltellate al collo, tre all'addome». Chi è l'aggressore

Salman Rushdie può parlare, staccato il respiratore: «4 coltellate al collo, 3 all'addome». Chi è l'aggressore
Salman Rushdie può parlare, staccato il respiratore: «4 coltellate al collo, 3 all'addome». Chi è l'aggressore
Domenico Zurlodi Domenico Zurlo
Domenica 14 Agosto 2022, 08:25 - Ultimo agg. 15 Agosto, 10:06
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Sta meglio Salman Rushdie, lo scrittore de I versetti satanici sotto scorta da oltre trent'anni per la fatwa degli ayatollah iraniani, e vittima di una feroce aggressione due giorni fa a New York. Rushdie, scrive la Bbc, è stato staccato dal respiratore ed è ora di nuovo in grado di parlare: lo scrittore, 75 anni, è stato accoltellato durante il suo intervento in un convegno nello Stato di New York ed era in gravi condizioni di salute. Si trova ricoverato nell'ospedale di Erie, in Pennsylvania.

A confermare la notizia è stato anche l'agente di Rushdie, Andrew Wylie, il quale ieri aveva parlato di danni al fegato, ai nervi di un braccio e soprattutto del rischio che lo scrittore potesse perdere un occhio.

Secondo quanto riferisce la Cnn da fonti informate, Rushdie è stato accoltellato tre volte al collo e quattro all'addome, più una all'occhio destro, che rischia di perdere. Il procuratore distrettuale Jason Schmidt ha detto che Rushdie è stato accoltellato tre volte sul lato destro della parte anteriore del collo, quattro allo stomaco, una all'occhio destro, una al petto e una sulla coscia destra. Si è trattato quindi di dieci coltellate in tutto.

 

L'aggressore aveva un documento falso

L'aggressore di Rushdie era arrivato un giorno prima dell'evento al quale doveva intervenire lo scrittore al Chautauqua Institution e si era presentato con un documento d'identità falso, ha detto il procuratore distrettuale della contea, Jason Schmidt, spiegando perché gli inquirenti ritengono che l'attacco allo scrittore sia stato «mirato e premeditato». Il procuratore non lo ha precisato ma è probabile che il documento falso sia la patente che è stata trovata addosso Hadi Matar intestata ad un 'martire' degli Hezbollah.

L'avvocato d'ufficio dell'aggressore, Nathaniel Barone, si è lamentato con il procuratore che il cliente è stato lasciato ammanettato in una stazione di polizia per troppo tempo, prima di essere portato davanti a un giudice. «Ha diritto alla presunzione di innocenza», ha detto il legale secondo quanto riportato dall'Associated Press. Il giudice ha stabilito per Matar l'arresto senza cauzione. 

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