Facebook, il Nyt accusa: ha dato ai big dell'hi-tech i dati personali degli utenti. Netflix nega

Facebook, il Nyt accusa: ha dato ai big dell'hi-tech i dati personali degli utenti. Netflix nega
Facebook, il Nyt accusa: ha dato ai big dell'hi-tech i dati personali degli utenti. Netflix nega
Mercoledì 19 Dicembre 2018, 15:27 - Ultimo agg. 3 Gennaio, 18:29
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Facebook finisce ancora nel mirino per la gestione della privacy e il titolo della società crolla in Borsa arrivando a cedere oltre il 6%. Il social network negli anni ha stretto una serie di accordi con le più grandi compagnie tecnologiche - da Apple a Microsoft, da Netflix a Spotify - dando loro un accesso speciale, più intrusivo, ai dati personali degli utenti. A puntare il dito è una nuova inchiesta del New York Times che descrive un sistema di vantaggi reciproci sulle spalle di cittadini ignari. Facebook ammette le intese ma assicura la tutela della privacy, ribadita anche dalle società coinvolte. L'inchiesta del Nyt è solo una delle tante grane che pesano su Facebook e che hanno portato gli investitori, e da ultimo anche le associazioni per i diritti civili, a chiedere le dimissioni di Mark Zuckerberg da presidente del consiglio di amministrazione. 

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A partire dallo scandalo Cambridge Analytica, in cui sono stati coinvolti i profili di 87 milioni di utenti. Una vicenda che in queste ore ha spinto il procuratore di Washington DC a far causa al social network per non aver protetto i suoi iscritti. Mentre solo qualche giorno fa la compagnia ha reso nota una vulnerabilità che ha esposto le foto non condivise di potenziali 6,8 milioni di profili. Ma soprattutto dal 2016, periodo delle presidenziali Usa, è impegnata a gestire il problema dell'interferenza russa nelle elezioni americane.
Interferenza, come hanno mostrato due rapporti presentati poche ore fa al Senato Usa, giocata sui social e i siti web a colpi di profili falsi, post, pubblicità e fake news. Stando al New York Times, che ha scandagliato 150 accordi emersi da centinaia di pagine di documenti interni e da una cinquantina di interviste ad ex impiegati di Facebook, le partnership in essere tra il 2010 e il 2017 con i colossi tecnologici hanno portato al social più utenti ed entrate pubblicitarie, mentre le altre aziende hi-tech si sono arricchite di funzioni per rendere i loro prodotti più attraenti. Nel dettaglio, Facebook avrebbe consentito a Netflix, Spotify e Royal Bank of Canada di leggere i messaggi privati degli utenti. La società di Zuckerberg avrebbe inoltre dato a Apple l'accesso a numeri di contatto e calendario degli utenti, ad Amazon e a Microsoft la possibilità di ottenere l'indirizzo e-mail di un utente attraverso i suoi amici sul social. Facebook in una nota ha ammesso gli accordi, che tuttavia «non hanno mai dato alle aziende l'accesso alle informazioni senza il permesso degli utenti». Amazon, Microsoft e Yahoo hanno fatto sapere di aver usato i dati in modo appropriato, mentre Apple ha affermato di non essere a conoscenza di privilegi e ha rimarcato che i dati degli utenti restano sui loro dispositivi e non sono disponibili ad altri. Smentite di usi scorretti delle informazioni degli utenti arrivano anche da parte di Spotify, della banca canadese e di Netflix, la quale ha puntualizzato di non aver mai avuto accesso ai messaggi privati.
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