Pozzuoli, spuntano reperti archeologici dal mare

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Nuove interessanti  scoperte archeologiche dal mare di Pozzuoli. A pochi metri dalla scogliera prospicente l’ex fabbrica Sofer, il sub esperto Mario Rosiello ha rinvenuto, il 19 settembre,  alcuni reperti archeologici di pregio.

Si tratta di una testa in marmo raffigurante una divinità bifronte, probabilmente Giano, e la parte inferiore di una statua naofora in granito egiziano che ha prontamente consegnato ai Carabinieri di Pozzuoli-

Non è la prima volta che lo specchio di mare, davanti lo stabilimento Sofer, a poche centinaia di metri dal porto di Pozzuoli, è fonte di ritrovamenti archeologici.

Già nel 1972, Rosiello e l’ingegnere Armando Caròla rinvennero, per conto della Soprintendenza, diversi frammenti di sculture,  alcune appena sbozzate e decorazioni in marmo, di quella che poi è stata successivamente definita la “Scuola di scultura di Apollonio”, celebre bottega d’arte dove Cicerone era solito commissionare le statue per la sua  Accademia, celebre e fastosa Villa Flegrea, oggi custoditi nelle sale del Museo Archeologico dei Campi Flegrei.

I recenti ritrovamenti hanno interessato la comunità scientifica, in particolare, i resti della statua egizia. «La scultura egizia conserva solo la base, le gambe e le mani dell’ancora anonimo individuo rappresentato inginocchiato mentre sorregge un naos, un tabernacolo contenente la figura di un dio» fa sapere Mattia Mancini, egittologo del  dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere  dell’Università di Pisa «La notizia di una scoperta simile potrebbe sembrare strana, ma in realtà non lo è. A Pozzuoli e in altri centri del litorale campano come, Cuma, Baia, Bacoli,  è attestata la diffusione dei culti egizi – soprattutto Iside e Serapide – che arrivarono nella penisola italiana a partire dal II sec. a.C. grazie a mercanti e marinai stranieri.  Per questo non deve stupire la presenza di aegyptiaca, originali o egittizzanti, nei siti archeologici della Campania».

Fra l’altro, nel 1985, nei pressi di Punta dell’Epitaffio a Baia, il sub Vincenzo Gaudino individuò fortuitamente un interessante frammento di statua egizia in diorite del Sudan, risalente alla XXX dinastia (380-342 a.C.), iscritto con geroglifici su due lati.