Giorgia Soleri, l'infanzia difficile, la malattia misteriosa ed il tentativo di suicidio. L'intervista a cuore aperto della fidanzata di Damiano

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650 mila followers su Instagram, un libro di poesie, modella, una personalità che sa far parlare di sè, e non solo perché Giorgia Soleri è la 26 enne fidanzata di Damiano David, il cantante dei Maneskin, la band rock più famosa al mondo. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Giorgia Soleri, si racconta liberamente, e torna a parlare anche della sua patologia, la vulvodinia, che affligge chi ne è vittima con un dolore cronico. «Ho avuto un’infanzia difficile, i miei si sono separati quando avevo 4 anni. Ho rivisto mio padre qualche settimana fa...»  racconta con sincerità nell'intervista, ritornando ai suoi inizi, quando a 15 anni intraprese la strada della modella ed oggi scrittrice di poesie nel libro "La signorina Nessuno".

Un passato difficile

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«Ripenso a quel periodo con un brivido. Vivevo male il mio corpo, lo sentivo come qualcosa che dovevo “vendere” per lavorare. Poi è arrivato il dolore. Lancinante, terribile, che parte dalla vulva e si irradia alla vescica, notti senza sonno e nessuno che ti prende sul serio. Quando è arrivata la diagnosi sono uscita dallo studio del medico e ho cominciato a piangere», racconta ancora la Soleri nell'intervista al Corriere, sottolineando ancora la sua battaglia contro il dolore, spesso insopportabile.

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«Mi sono operata nell’estate del 2021 per l’endometriosi e per un po’ sono stata bene. Poi qualche tempo fa, il dolore è tornato. Feroce. Sono rimasta a letto per settimane, le amiche facevano i turni per sollevarmi a braccia per farmi andare in bagno o per farmi mangiare. E allora ecco i farmaci. Oppioidi, fortissimi. Avevo le allucinazioni. Ora va meglio, ma so già che dovrò fare i conti con questo per sempre». 

Gli anni bui

 

Nel suo ripercorrere il passato la modella-poetessa non nasconde l'infanzia difficile trascorsa a Milano, quando i suoi genitori si sono separati che lei aveva appena 4 anni. «Mio padre aveva dei problemi (che poi ha risolto), mia madre ha chiesto l’affido esclusivo. Io nel mezzo. Cresciuta senza vedere mio padre per anni, mi ero quasi rassegnata quando, qualche settimana fa, lui si è presentato a sorpresa alla presentazione del mio libro».

Durante l'adolescenza la psicoterapia, l'aborto a 21 anni e poi l'anno più buio, il 2017. «Ho tentato il suicidio. Ero depressa ma non lo sapevo, come capita a tante persone. Anche la depressione ha i suoi segnali ma possono essere diversi da persona a persona. Io stavo sempre a letto, quello che mi avrebbe potuto stimolare non lo faceva più. Poi ho provato a togliermi la vita. Ero arrivata al punto zero, potevo solo risalire o soccombere. Mi ha salvata mia madre: l’hanno avvisata, è venuta a prendermi, mi ha portato a casa sua e sono rimasta lì due mesi».