"Collirio": la personale di Nicola Piscopo alla Galleria Marrocco

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"Collirio", personale del pittore partenopeo Nicola Vincenzo Piscopo, a cura di Sara Maietta inaugura la stagione espositiva della Galleria Marrocco in via Benedetto Croce, 19, visitabile fino al 25 ottobre.

«I limiti del linguaggio sono i limiti del mondo»: a partire dal pensiero di L. Wittgenstein, Piscopo opera una riflessione sulla sovrapproduzione di immagini nella società contemporanea, con particolare attenzione all’aspetto bulimico del consumatore visuale. L’inflazione visiva a cui si assiste oggi provoca, da un lato, nausea per l’accumulo di informazioni e, dall’altro, un impoverimento linguistico a cui segue la degenerazione del mondo stesso.

Nel contesto di questa visione degenerata, il ruolo del pittore viene messo in discussione, poiché il suo linguaggio diventa sempre più limitato. Ciò si traduce nella soggezione agli schermi e, dunque, all’utilizzo di immagini preconfezionate che appiattiscono il genio, reso ulteriormente evidente da una pittura a bassa definizione e dall’eliminazione di porzioni di immagini. Il tema ricorrente, infatti, è quello dei “morsi”, tagli di immagine che annientano i limiti dimensionali del “quadro come finestra sul mondo” e che puntano un faro sull’idea del consumismo visivo; del consumatore che mangia l’immagine senza propriamente assimilarla e che divora sé stesso, svuotandosi.

Le opere presentate mettono in mostra il binomio tra l’osservatore e l’oggetto della visione, rispettivamente in un dialogo tra occhi realistici dipinti lucidamente con l’aerografo e immagini caratterizzate da pennellate verticali e psichedeliche, che tendono a palesare la sensazione di nausea generata dal sovraccarico visivo nell’esperienza della fruizione di immagini sul display. 

L’artista propone uno sguardo fiducioso seppur contraddittorio: la cruda narrazione angoscia e perplime, ma il racconto del fenomeno, nella bellezza, si propone come un collirio per una vista fin troppo arrossata e corrotta.