I funerali di Stato di Roberto Maroni a Varese, il feretro salutato da applausi. L'arcivescovo Delpini: «Determinato, ma mai aggressivo»

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Applausi all'entrata e all'uscita del feretro di Roberto Maroni nella Basilica di San Vittore di Varese, seguito dalla famiglia e dalle più alte cariche dello Stato. Alla fine della messa, concelebrata dall'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, e dal vescovo ausiliare sempre di Milano, Giuseppe Vegezzi, il saluto: «Ciao Bobo» si è alzato dall'interno della chiesa e dal segreto. Commozione tra le tante persone in piazza per l'ultimo saluto.

Al funerale ha partecipato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivata a Varese insieme al presidente del Senato Ignazio La Russa. Presenti anche anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e ministri viceprenier Matteo Salvini e Antonio Tajani. I tre governatori leghisti, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana e Luca Zaia sono entrati insieme in chiesa.

Il fererto è stato accolto da una serie di applausi. Dopo il saluto del picchetto di bersaglieri, Guardia di finanza e carabinieri, la bara di legno chiaro su cui è deposto un cuscino di fiori bianchi è stata omaggiata da un lungo applauso anche dai presenti nella basilica.

Giorgia Meloni

«Era una persona capace di grande visione e concretezza. Era una delle persone che ho conosciuto che più sapevano fare gioco di squadra. Ne ho un ricordo straordinario, tra l'altro ci sentivamo. Penso che l'Italia sia stata fortunata a potere contare su una persona così nelle sue istituzionì. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del funerale.

 

L'omaggio di Sala

Per me Roberto Maroni «era un amico e molto anche un confidente, una persona di cui ci si poteva fidare. Quando c'erano cose delicate e volevi confrontarti con qualcuno, con lui eri sicuro che non sarebbero uscite dalla stanza. Era quel tipo di persona che mancherà per questo». Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, arrivando ai funerali di Stato di Roberto Maroni. «A volte è molto meglio il confronto con qualcuno che non è della tua parte politica e non ti dà necessariamente ragione - ha aggiunto -. Maroni ha rappresentato uno stile che oggi, anche in generale nella politica, non vediamo più, quello stile dialogante che dovrebbe caratterizzate tutti. Da alcuni mesi avevo smesso di disturbarlo al telefono ma ci siamo scritti messaggi fino alla settimana scorsa».

Sala ha poi ricordato anche il contributo dato da Maroni alla candidatura di Milano alle Olimpiadi invernali del 2026. «Era molto visionario. Aveva una capacità di guardare molto avanti nei tempi, che mancherà. Le Olimpiadi le abbiamo portate a casa anche grazie a lui - ha concluso -. Ma soprattutto in lui c'era una incrollabile fiducia sul fatto che lo si potesse fare e che si potevano fare le cose con coraggio. Era un uomo molto coraggioso».

Il ricordo di Prandini

«È stato un grande ministro, io l'ho conosciuto come presidente della regione Lombardia, e la cosa che mi ha colpito di Roberto Maroni è che all'inizio del suo mandato ci trovammo ad affrontare l'opportunità, io come presidente di Coldiretti Lombardia, la grande sfida di Expo 2015 e conobbi un politico che non parlò di organizzazioni di rappresentanza agricola ma fece una scelta: Coldiretti come unico partner per regione Lombardia per tutto quello che si sarebbe sviluppato in termini di crescita e attenzione sulle filiere agroalimentari. Un grande grazie a Roberto e buon viaggio». Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha reso un saluto dal palco del XX forum della Coldiretti a Roma a Roberto Maroni.

L'arcivescovo

Roberto Maroni «è stato un uomo politico capace di passione e moderazione, di determinazione senza aggressività». Così in un messaggio letto durante i funerali di Stato l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha ricordato Roberto Maroni. E' stato un uomo politico «capace di aver cura dell'insieme, di proporsi e di farsi da parte», ha concluso.