Catasto, il giudice: «Clima di illegalità diffusa». Le intercettazioni e le testimonianze dei geometri

Catasto, il giudice: «Clima di illegalità diffusa». Le intercettazioni e le testimonianze dei geometri
di Pierfederico Pernarella
Domenica 17 Novembre 2019, 16:10 - Ultimo agg. 16:11
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Almeno dal gennaio di quest'anno sapevano che il loro ufficio, l'unità operativa dei servizi catastali di Frosinone, era attenzionato dalla Procura, ma le loro pratiche illecite sono andate avanti ancora per mesi.
La «corruzione quotidiana», come la definisce il gip Antonello Bracaglia Morante nell'ordinanza di custodia cautelare, in quell'ufficio pubblico trasformato in un avamposto per il tornaconto personale, non poteva fermarsi. L'ambiente, d'altro canto, non doveva essere dei migliori. Ad aprire uno spaccato «inquietante» sul «clima di illegalità diffusa» (sempre parole del gip) è lo stesso Domenico Carnevale, uno dei tre impiegati arrestati insieme al collega Carlo Mastroianni e il loro superiore Andrea Cristini.

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LO SPOSTAMENTO
È l'agosto 2018, Carnevale, mentre è impegnato in uno dei suoi affari, riceve la comunicazione che è stato spostato dal Front Office del Catasto ad un'altra mansione che non prevede il contatto con il pubblico. Carnevale non la prende bene, non crede che sia una questione organizzativa, come gli dicono.

L'impiegato, intercettato al telefono mentre parla con una donna, riferisce di aver detto alla dirigente che gli ha comunicato lo spostamento: «Chi si piglia i soldi rimane qua? E fa gli illeciti! E io mi devo spostare?». Carnevale sospetta che dietro lo spostamento ci sia lo zampino di Andrea Cristini (il responsabile dell'ufficio). Un timore che motiva così: «Hanno capito come hanno fatto sempre, dice questo sta guadagnando un sacco di soldi. Sta guadagnando tanto e alla fine mi hanno spostato».
Carnevale, in altre parole, immagina che quel provvedimento possa essere legato ai suoi intrallazzi, ma non per ragioni disciplinari o di opportunità rispetto a eventuali accertamenti. Il sospetto di Carnevale, al contrario, è che i suoi affari possano aver provocato le gelosie di qualche collega: «Mi cercano tutti a me capito?».

IL CAPO
Un ragionamento che, per quanto possa apparire paradossale, aveva il suo fondo di verità. Le indagini, partite dalle condotte illecite di Carnevale e del collega Mastroianni, successivamente coinvolgono anche il loro superiore, il capo dell'ufficio, Andrea Cristini. Stando alle testimonianze rilasciate agli inquirenti da una decina di geometri, avvalorate dalle intercettazioni e riprese video, Cristini, scrive il gip, costringeva «i professionisti a versare ogni tanto o a cadenza periodica, magari in corrispondenza delle feste, denaro contante o beni in natura per poter lavorare senza problemi'».
 
PARLANO I GEOMETRI
Uno dei geometri ha riferito che ha cominciato ad elargire soldi a Cristini nel 2001, circa mille euro all'anno. Un altro ancora racconta sembra parlare di una situazione più generale: «Sin da quando ho iniziato a lavorare come geometra, nella fase di apprendistato altri miei colleghi più anziani mi avevano chiaramente detto come funzionava al Catasto e cioè che bisognava dare oltre alle spese dovute, un regalo al dipendente di turno che avrebbe poi lavorato la pratica».
Singolare anche la storia di due geometri che, secondo quanto dichiarato dagli stessi agli inquirenti, sono stati «circuiti» da Cristini quando ancora erano alle prime armi, tra il 2008 e il 2009, e uno di loro, in riferimento al rapporto con il responsabile del Front Office del Catasto, ha dichiarato alla polizia giudiziaria che era finito in un tunnel da cui non ha saputo più uscire e per questo ha continuato ad elargire ogni tanto a Cristini somme mai superiori ai 3-400 euro.
 
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