Fa causa per un risarcimento di 5mila euro, la sentenza arriva dopo nove anni

Fa causa per un risarcimento di 5mila euro, la sentenza arriva dopo nove anni
di Vincenzo Caramadre
Domenica 7 Agosto 2022, 09:31
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Che la giustizia, soprattutto quella civile, sia afflitta delle lungaggini è cosa nota, ma la storia che vede protagonista un cassinate, induce a una riflessione ancora più profonda sull'esigenza di potenziare i tribunali e riformare i processi. L'uomo nel 2014 ha avviato un processo, in grado di appello, per un risarcimento a seguito di decreto ingiuntivo per poco più di 5 mila euro, dopo cinque anni, il 21 maggio 2019 la causa è stata trattenuta in decisione che è arrivata il 9 gennaio 2020, ma la sentenza è stata depositata il 23 luglio scorso: due anni e mezzo dopo la camera di consiglio. Dunque quasi nove anni di attesa, di cui due anni e mezzo solo per la sentenza di secondo grado.

L'uomo, considerato anche la somma, ha preso tutto con molta ironia, ma anche rassegnazione: «Sappiamo i tempi della giustizia, per fortuna con quei soldi non dovevo viverci la famiglia».

Con la sentenza, per completezza d'informazione, è stato parzialmente accolto l'appello e sono state compensate le spese nel doppio grado di giudizio. La storia dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la giustizia è afflitta da gravi e ormai organiche carenze di personale. Sicuramente i magistrati chiamati a pronunciare la sentenza hanno un carico di lavoro superiore al dovuto, essendo il settore civilistico subissato di istanze di giustizia, ma con una carenza di magistrati ormai ampiamente nota.

I dati aiutano a comprendere meglio la portata della questione. Secondo l'osservatorio sulla giustizia civile nel 2019 il disposition time medio in Italia era di 588 giorni per i tribunali e di 654 giorni per le Corti d'Appello: per definire un procedimento servivano dunque in media circa 19 mesi in primo grado e 21 in secondo.

Un affanno del settore penale, per motivi ben precisi, è stata vissuto anche nella giurisdizione del tribunale di Cassino dopo la nuova mappa della geografia giudiziaria segnata dalla riforma del 2012. C'è stato l'accorpamento con l'ampio territorio del sud pontino, ma per i giudici e per il personale, in genere, solo recentemente sono state riviste le piante organiche. Grande è stato lo sforzo soprattutto per il settore inquirente che, in pochi mesi, si è visto lievitare le iscrizioni delle notizie di reato, soprattutto in estate. Gli ultimi dati resi noti parlavano di oltre mille e duecento fascicoli per ogni pm, attualmente sette più il procuratore capo che, in più di qualche occasione, è stato inserito nella turnazione ordinaria.
 

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