Esperia, assassinò il padre con sei coltellate, la Cassazione: «Piena volontà di uccidere»

Esperia, assassinò il padre con sei coltellate, la Cassazione: «Piena volontà di uccidere»
di Vincenzo Caramadre
Mercoledì 11 Gennaio 2023, 17:22
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«La corte territoriale ha motivato adeguatamente le sue determinazioni, giustificando il diniego delle attenuanti generiche, con la particolare crudeltà della condotta omicida e con l'assenza di un comportamento collaborativo da parte dell'imputato, il quale nella parte iniziale delle indagini cercava di celare il suo coinvolgimento nell'omicidio del padre».
E' questo uno dei tratti salienti delle motivazioni con le quali la Corte di Cassazione ha rigettato, a giugno dello scorso anno, il ricorso di Mario Teoli, il 32enne riconosciuto colpevole, in via definitiva, dell'omicidio del padre Antonio, 68enne ex operaio Fiat e per questo sta scontando 15 anni di carcere.
Le motivazioni sono state depositate nei giorni scorsi. Undici pagine nelle quali la prima sezione della Cassazione ha rigettato tutti i motivi, in punta di diritto, posti dalla difesa all'attenzione dei giudici per chiedere un nuovo processo. Tra i punti posti all'attenzione della Corte c'era la mancata rinnovazione, in sede di appello, della perizia psichiatrica nei confronti del 32enne.

Scrivono da piazza Cavour: «Il motivo di natura processuale, diretto all'assunzione della prova decisiva, indicata in una nuova perizia psichiatrica, è destituito di fondamento». Ma la difesa dell'uomo ha anche argomentato mettendo in dubbio «la volontà omicida». Rilievo ritenuto dalla Cassazione «manifestatamente infondato». Le sentenze di merito hanno assunto come punto di partenza «dati oggettivi». Come: «Il numero e la collocazione delle ferite inferte alla vittima, ben sei (due al torace e sei all'addome), che avevano attinto sicuramente organi vitali. Tale lesività è stata ritenuta indice della volontarietà dell'azione omicidiaria». L'omicidio in famiglia risale al primo agosto 2018 e si è consumato nell'abitazione di via Provinciale ad Esperia. Recentemente, con la condanna definitiva, l'immobile è tornato nella disponibilità di uno degli eredi, parte civile nel processo rappresentata dall'avvocato Emiliano Mignanelli.
 

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