Manca il giudice al tribunale di Cassino, stop al processo per l'omicidio di Serena Mollicone

Manca il giudice al tribunale di Cassino, stop al processo per l'omicidio di Serena Mollicone
di Vincenzo Caramadre
Domenica 27 Dicembre 2020, 07:00 - Ultimo agg. 17:17
3 Minuti di Lettura

La Pec alle parti, inviata dalla sezione penale del Tribunale di Cassino, è arrivata l’antivigilia di Natale ed è stata una doccia fredda, anzi gelata. Manca il giudice che può presiedere la Corte d’Assise, slitta la prima udienza del processo per l’omicidio di Serena Mollicone. Con il rinvio a giudizio dei cinque imputati dello scorso mese di luglio, la prima udienza era in programma per metà gennaio prossimo, ma ora tutto è stato rinviato a marzo.

Dopo 20 anni (l’omicidio risale al primo giugno 2001), svariati fascicoli, indagini chiuse e riaperte, un rinvio a giudizio, alcuni imputati indagati dal 2011, alle soglie del processo manca un giudice togato che può presiedere la massima assise del Tribunale di Cassino.

Gli unici giudici ad avere i requisiti di anzianità (almeno 8 anni di esercizio delle funzioni giudiziarie), per presiedere la Corte d’Assise, sono stati destinati ad altra sede e tra qualche settimana lasceremo Cassino. Per questo il presidente del Tribunale di Cassino Massimo Capurso, avuto il quadro completo della situazione che si è venuta a creare, ha fatto richiesta di applicazione di un magistrato extradistrettuale, vale a dire il trasferimento temporaneo da altra sede di un giudice abilitato.

Si è attesa della definizione della questione parte della Corte d’Appello di Roma, ma a questo punto il rinvio è inevitabile: il 15 gennaio non inizierà il processo a carico dei cinque imputati che, a vario titolo, devono difendersi dalle accuse di omicidio.

L’inizio del processo è stato rinviato al 19 marzo 2021 ore 10.30.

«Ormai da tempo - ha spiegato il procuratore capo Luciano d’Emmanuele - ho manifestato nelle sedi opportune la mia preoccupazione per come si stavano mettendo le cose. Il trasferimento del presidente della sezione penale era dato per certo già subito dopo l’interruzione feriale, per cui la situazione di oggi era ampiamente prevedibile. Tra ostacoli normativi ed esigenze dei singoli magistrati: il dato di fatto è che il processo non decolla».

Ma quella esplosa con il caso Mollicone sarebbe solo la punta di un iceberg. «La situazione del Tribunale penale di Cassino - ha aggiunto il capo della Procura - è stata denunciata anche dai nostri uffici, che vede lievitare il numero dei processi pendenti al collegio, al monocratico e al Gip. Ho segnalato al procuratore generale quello che si stava verificando, ricevendo assicurazione di un tempestivo interessamento».

Rammarico da parte della famiglia di Serena Mollicone. L’avvocato Dario De Santis, per ora ha preferito non commentare, ma ha già annunciato una presa di posizione. A processo per l’omicidio di Serena sono finiti, come noto, l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, suo figlio Marco e sua moglie Anna Maria, ma anche l’ex luogotenente Vincenzo Quatrale (che risponde di concorso morale nell’omicidio di Serena e di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi) e il carabiniere Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA