Infezioni nel reparto di ematologia dello "Spaziani" di Frosinone, tutta colpa di un batterio killer: vertice in ospedale

L'ospedale "Spaziani" di Frosinone
L'ospedale "Spaziani" di Frosinone
di Pierfederico Pernarella
Giovedì 20 Agosto 2020, 07:00 - Ultimo agg. 23 Agosto, 09:31
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Si chiama Kpc, ma è meglio conosciuto con una parte del suo nome esteso: Klebsiella. È questo il batterio, uno dei più pericolosi in circolazione, all’origine dei casi di infezione nel reparto di ematologia dell’ospedale “Spaziani” che, come anticipato ieri da Il Messaggero, hanno costretto la direzione sanitaria della Asl di Frosinone a disporre il blocco dei ricoveri.

Il provvedimento, in cui sono state indicate tutte le misure di contenimento, è stato protocollato ieri. Oltre allo stop delle accettazioni, «fino alla dimissione di tutti i pazienti attualmente ricoverati», sono stati previsti interventi di sanificazione di tutti gli ambienti di degenza e lavoro, tamponi di sorveglianza su tutti gli operatori, conservazione dei campioni, sistema di segnalazione su nuovi casi di pazienti infetti che dovranno essere isolati in stanze singole. 

Insomma la situazione è più delicata di quanto si voglia far credere, anche perché i casi di infezione hanno riguardato un reparto come quello di ematologia dove sono ricoverati pazienti particolarmente esposti a patologie di tipo infettivo, spesso immunodepressi.

Oggi, alle 11.30, si terrà una riunione convocata d’urgenza dalla direzione sanitaria. All’incontro, oltre ai vertici aziendali, prenderanno parte Giovanni Farinelli, dirigente medico della Uoc di Malattie infettive dello stesso “Spaziani”; Paolo Straccamore, responsabile del rischio clinico della Asl di Frosinone; il biologo Giacinto Panella e un rappresentante della direzione sanitaria del Polo ospedaliero B. La riunione sarà l’occasione per fare il punto sulle misure di contenimento dell’infezione e sui primi risultati delle verifiche avviate per accertare le cause.

Il batterio Klebsiella, come detto, è tra i più pericolosi, perché particolarmente resistente agli antibiotici. Si tratta di un microrganismo naturale, normalmente presente negli esseri umani, ma quando si trova all’esterno delle mucose respiratorie o dell’intestino, può diventare patogeno a causa e quindi determinare disturbi seri (polmoniti, infezioni del tratto urinario, setticemie) con effetti anche letali. 

In tal senso sarà necessario accertare, tra le varie ipotesi, così come prevede il protocollo in questi casi, se le infezioni possano essere legate, come causa diretta o indiretta, a eventuali decessi di pazienti ricoverati nel reparto dell’ospedale “Spaziani”.

Il batterio può essere trasmesso anche solo mediante il contatto della pelle con superfici contaminate o per via aerea. Ecco perché la direzione sanitaria della Asl di Frosinone, nel documento protocollato ieri, ha invitato a rispettare tutte le misure riguardanti l’igiene e la protezione personale, ma queste ormai, con l’emergenza Covid, sono diventate prassi quotidiana nelle strutture ospedaliere. E come se non bastasse il temibile coronavirus, che proprio in questi giorni sta tornando a fare paura, nell’ospedale del capoluogo, centro Covid per la provincia, è arrivato anche uno dei batteri più pericolosi in circolazione.
 

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