Processo Mollicone, lo zio Antonio: "Il giorno della verità è sempre più vicino"

Processo Mollicone, lo zio Antonio: "Il giorno della verità è sempre più vicino"
di Vincenzo Caramadre
Domenica 1 Maggio 2022, 11:28
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All'indomani dell'importante udienza al processo per l'omicidio di Serena Mollicone, interviene lo zio Antonio, fratello di Guglielmo, il padre della ragazza uccisa morto senza avere giustizia. Sono arrivate, infatti, importanti conferme all'ipotesi dell'accusa sulla presenza della 18enne all'interno della caserma dei carabinieri la mattina del primo giugno 2001. I due consulenti che, assieme all'avvocato Dario De Santis (legale storico della famiglia), costituiscono il pool della parte civile, hanno valutato, complessivamente, sia le prove scientifiche sia le testimonianze rese e cristallizzato tre momenti delle ultime ore di vita di Serena: la presenza in caserma, come dato certo, l'aggressione e l'urto contro la porta. Per la procura, infatti, l'assassinio della 18enne è avvenuto in un alloggio della caserma di Arce, dove ha avuto una discussione con Marco Mottola, figlio dell'ex comandante e ora a processo con i genitori.
IL MODELLO
Ipotesi che secondo un modello basato sulla teoria bayesana che mette insieme testimonianze e prove raccolte «colloca» la ragazza in quella struttura il giorno dell'uccisione al 98 percento.
«Il giorno della verità, da tutti noi tanto atteso, si avvicina.
Ci siamo affidati a grandi professionisti e non c'era bisogno dell'intervento in aula per averne conferma. Quella di venerdì - ha spiegato lo zio Antonio - è stata un'udienza molto importante, i nostri consulenti, il generale Luciano Garofano ex comandante dei Ris di Parma e la dottoressa Laura Volpini, hanno illustrato uno studio, basato su modelli matematici, che avrà sicuramente rilievo scientifico internazionale. A differenza di chi nega o cerca di raccontare una verità diverse e di comodo, la ricostruzione fatta dai consulenti è un dato oggettivo e scientificamente ripetibile, dunque certo. Nel processo in corso, arrivato a vent'anni dal fatto, la logica prevale su molti aspetti ed è, assieme alle prove scientifiche, lo spartiacque tra verità e bugia. Oggi, a differenza del passato, i conti tornano. Il giorno tanto atteso da mio fratello e da tutti noi è sempre più vicino. Una verità - aggiunge - che, in molti, hanno sempre saputo e purtroppo taciuto. Le indagini svolte, finalmente, sono state spogliate da ogni aspetto soggettivo ed hanno mirato ai dati oggetti. Chi ha ucciso mia nipote ha sottratto alla comunità una ragazza per bene, che aveva valori e voleva trasmetterli agli altri. Un messaggio, questo, ormai chiaro ecco perché oggi tutti chiedono giustizia per Serena e si battono in memoria sua e anche di mio fratello che oggi vede riconosciuti tutti i suoi sospetti». Come noto è stato ascoltato uno degli imputati, il luogotenente Vincenzo Quatrale, che sostiene di non aver falsificato nulla e di aver sbagliato a fidarsi del collega Tuzi, nel frattempo morto suicida, ma su questo aspetto Antonio Mollicone, dice: «Su quanto detto da Quatrale, preferisco tacere»
La famiglia Mottola (l'ex maresciallo Franco, sua moglie Anna Maria e suo figlio Marco), i principali imputati, ha scelto di intervenire al processo e sottoporsi all'interrogatorio in aula, si comincerà venerdì prossimo. Il nostro ordinamento - ha concluso lo Antonio Mollicone - riconosce il diritto alla difesa come inviolabile ed è giusto così, ma al pari c'è una legge non scritta nei cuori di chi patisce il dolore per la perdita di un caro, quella di chiedere giustizia e verità. Non interessa cosa diranno gli imputati, le indagini e il processo in corso hanno già detto molto. Con serenità attenderemo la sentenza, il giorno in cui verrà scritta la verità sulla morte di mia nipote».
 

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