Nuovi strumenti e servizi di radiologia, l'ospedale "Spaziani" verso il Dea di secondo livello

Nuovi strumenti e servizi di radiologia, l'ospedale "Spaziani" verso il Dea di secondo livello
di Giovanni Del Giaccio
Venerdì 16 Settembre 2022, 09:40 - Ultimo agg. 14:17
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Fosse stato per il direttore generale, non si sarebbero tagliati nastri. I macchinari già funzionano, sono una punta di diamante per la Asl di Frosinone, ma il personale ci teneva e così alla fine c'è stata anche la cerimonia. Per i nuovi mammografi, quelli che servono a prevenire i tumori al seno e che grazie alla rete sul territorio consentono di intervenire presto e bene. Un'attività di primo livello è dislocata in diversi centri della provincia, i macchinari sono collegati e allo Spaziani di Frosinone se c'è qualche dubbio si passa al secondo livello, collegato con l'oncologia.

Ma non è solo per questo esame, presto lo sarà per l'intero ospedale "Spaziani" che sarà elevato appunto a Dea di secondo livello. Il motivo è semplice, sarà avviato il servizio di neuroradiologia interventistica e di radiologia interventisca, indispensabili in patologie tempo dipendenti e per aspirare al secondo livello.

«È il momento dei fatti concreti - ha detto l'assessore regionale alla sanità, Alessio D'Amato - lo Spaziani si avvia a essere riconosciuto come Dea di secondo livello, ma prima ancora ad affrontare patologie per le quali il fattore tempo è importante sia per salvare vite sia per recuperare funzionalità. È un salto di qualità reso possibile dalla programmazione dagli investimenti».

Nell'aprire i lavori il direttore generale, Angelo Aliquò, aveva salutato due autorità nel campo della neuroradiologia e radiologia interventistica. Grazie a un'intesa specifica faranno da tutor due luminari come Salvatore Mangiafico, ritenuto il padre della neuroadiologia interventistica in Italia, e Fabrizio Fanelli, del Careggi di Firenze.

A loro il compito di far crescere questo settore, formando i medici e attirando nuovi pazienti.

IL DATO

Solo per l'ictus ischemico, una delle patologie che sarà possibile trattare, sono 60 i trasferimenti verso Roma che equivalgono a un esborso per l'azienda di circa 800.000 euro. «Oltre l'aspetto economico - ha detto Aliquò - dobbiamo pensare alla qualità dei servizi resi al cittadino». Tra le altre cose, sarà possibile con la radiologia interventistica trattare le lesioni della milza, senza asportare l'organo.
«Non sono abituato a questi tempi - ha aggiunto il direttore generale - ma quando abbiamo avuto la disponibilità dei professionisti e prospettato alla Regione le necessità che avevamo, questa nuova radiologia ci è stata finanziata in dieci giorni. Altre cose erano programmate in precedenza e ringrazio chi lo ha fatto, non è un mio merito, ma dovevamo realizzarlo e ci siamo riusciti».

Oltre ai mammografi in rete di ultima generazione, c'è la nuova Tac (un'altra è in fase di installazione a Sora), e arriverà un angiografo biplano. Con gli strumenti attuali in sei mesi è stata svolta già l'intera attività di screening dello scorso anno «recuperando i ritardi dovuti al Covid».

Poi un fuori programma, un auspicio: «Andrebbero rimodulati i piani di rientro - ha detto Aliquò - se investi bene, i bilanci vanno a posto in automatico». Fino all'aneddoto del taglio del nastro, del quale si è convinto su richiesta delle dottoresse della senologia «per l'orgoglio che hanno dimostrato nel lavoro che fanno».

GLI INTERVENTI

Salvatore Mangiafico ha ricordato «il sogno, abbiamo iniziato quando non c'era la neuroradiologia interventistica ma una chirurgia invasiva, l'abbiamo creata, sarebbe tradire noi stessi non supportare giovani che vogliono apprendere». Ancora: «Questo è un bacino importante, un hub regionale con grandi possibilità che risponde all'ideale dell'equità delle cure nel posto migliore, cosa che per una patologia tempo dipendente è un grande progetto ed è opera di una visione politica e dell'impegno civile di un territorio».

Fabrizio Fanelli, dal canto suo, ha ricordato quando al Policlinico Umberto I di Roma vedeva tanti pazienti di Frosinone: «Abbiamo creduto nella radiologia interventistica, era un peccato sapere che questa realtà non era in grado di dare risposte. Spero nella crescita e nella creazione di un reparto valido».

D'Amato ha sottolineato, infine: «Potenziamo e miglioriamo i servizi territoriali, mettendo al centro il paziente e le cure grazie a nuovi ambienti confortevoli e un servizio sempre più vicino ai bisogni della persona. Voglio cogliere l'occasione per ringraziare gli operatori sanitari che lavorano con dedizione ogni giorno con spirito di servizio».
 

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